Pensieri Liberi – “Addio sogni di gloria, addio castelli in aria…” Sono i versi di una vecchia, famosa, canzone che, purtroppo, sembrano adattarsi perfettamente all’attuale situazione del Napoli. Le ultime due trasferte, due amare sconfitte, e s’è scavato un solco difficilmente colmabile con le compagini che guidano la classifica. Esiste, però, una profonda differenza tra la prestazione, decorosa e sfortunata, nella gara contro l’Inter e la vergognosa esibizione di ieri sera, avversaria la Lazio.

A Milano, pali, errori di mira, decisioni arbitrali a senso unico, infortuni, hanno determinato la vittoria dei nerazzurri, ma sul piano del gioco il Napoli s’è dimostrato quantomeno sullo stesso livello degli antagonisti. A Roma, la metamorfosi. S’è vista all’opera una “squadraccia”, e non costituiscono un alibi le numerose assenze, perché, come s’è sempre sostenuto, la rosa del Napoli è folta e ben articolata, in grado di fronteggiare anche situazioni di emergenza. Ma è proprio così? Ci sia consentito di avanzare qualche dubbio. Sulla fascia sinistra, ad esempio, esistono – e l’abbiamo più volte sottolineato – carenze evidentissime. Ancora una volta, ed è ormai un’abitudine, Mario Rui ha “giocato con gli avversari”, fornendo loro assist che gli scaltri laziali non si sono lasciati sfuggire. Ghoulam, malauguratamente, dopo gli infortuni, non s’è più ripreso, è l’ombra del brillante esterno che ci invidiava mezza Europa. A centrocampo, manca un “catalizzatore” del gioco, continuano gli equivoci e gli esperimenti. Ringhio, deve finalmente decidere: a cominciare dal portiere – Ospina, e Meret sia chiaro, non hanno alcuna colpa specifica! – è necessario stabilire “chi” è il titolare, così com’è indispensabile fissare gli altri ruoli. L’eccessivo turn-over non sta pagando; anzi, si sta dimostrando improduttivo, addirittura deleterio! La crisi in attacco, poi, è sotto gli occhi di tutti: Reina sì e no un paio di volte è dovuto intervenire per opporsi agli attaccanti azzurri e, lo ribadiamo, non si tiri in ballo la questione degli assenti. Anche nelle precedenti partite, fatte salve un paio di gare (Atalanta e Roma), le nostre punte hanno dimostrato scarsa propensione a centrare la porta avversaria. Per quello che s’è visto (anzi, “non s’è visto”!) ieri sera vogliamo mettere sotto accusa Petagna? Sarebbe profondamente ingiusto: i suoi limiti sono ben noti, ma non gli è stata fornita la benché minima possibilità di “far male” a Reina!

Per concludere questa nostra disanima, non possiamo tacere un problema che sta emergendo in tutta la sua drammaticità: troppi, infortuni, e non pensiamo che siano tutti dipendenti dalla casualità. Bisogna modificare qualcosa nei criteri di preparazione della squadra? E’ una domanda che rivolgiamo ai responsabili dell’area tecnica e allo “staff” medico.
Con molta probabilità, anche quest’anno dovremo ‘guardare’ gli altri giocare per la conquista del tricolore, ma la lotta per il quarto posto in Champions non ci sembra impossibile, sempre che si riesca a interrompere questo trend negativo. Non sono necessari ‘miracoli’: sarà sufficiente mettere in campo una squadra ‘razionale’, amalgamata, dignitosa e desiderosa di lottare per questo importantissimo obiettivo.
Ernesto Pucciarelli