I depurtori di Villa Inglese e S. Giuseppe alle paludi non funzionano da anni

(a) per gli abbonati o in edicola – Torre del Greco –  Oggi in Italia sono attivi circa 15.000 impianti di depurazione che trattano circa 5,5 miliardi di m³ annui di acque di scarico. A Torre del Greco esistono due impianti di depurazione delle acque non funzionanti: quello di Villa Inglese e quello di San Giuseppe alle Paludi, ridotti a dei veri e propri colabrodi. Insomma, si costruisce un depuratore dei veleni, ma non si provvede alla depurazione delle acque. Il processo di depurazione dell’acqua è diviso in due fasi: la prima è la cosiddetta "sgrigliatura" che avviene mediante il passaggio delle acque nere attraverso un filtro che trattiene rifiuti solidi di varie dimensioni, rendendo i liquami più "presentabili" macroscopicamente, ma che restano inquinati sia batteriologicamente che chimicamente; la seconda è quella "chimica", cioè, attraverso il trattamento dei liquami con opportuni composti chimici, i veleni vengono biodegradati. Tuttavia il 90% dei depuratori italiani non effettua la seconda fase di depurazione (quella chimica): pertanto quelli che escono dai depuratori sono liquidi estremamente pericolosi, imbottiti di detersivi, pesticidi ed altri veleni. Addirittura, se perfettamente depurate, questi liquidi potrebbero essere riutilizzati per scopi agricoli. La costruzione di un depuratore dei veleni e il non funzionamento dei depuratori delle acque, secondo i criteri prima elencati, causeranno una saturazione di rifiuti di ogni genere nel mare torrese, una tragedia per l’intera comunità che dovrebbe investire sul turismo. Ancora una volta sono i cittadini a pagarne le conseguenze più pesanti, costretti ad assistere impotenti alla distruzione della loro terra.

M. C. Izzo



Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea de La Torre 1905 in edicola il 24 giugno 2009