Il 29 maggio 2014, alle ore 10,00, gli alunni della scuola secondaria di primo grado “De Nicola – Sasso” di Torre del Greco, metteranno in scena una rappresentazione itinerante per il centro storico della città: “Alfonso e Lucrezia: una scelta d’amore”. La rappresentazione , nata da un’idea della prof.ssa Carla Abilitato, è stata realizzata dalla stessa docente con la collaborazione volontaria delle professoresse Maria Colomba Tandurella ed Emilia Cerciello con la regia di Antonio Mennella e la collaborazione di Carmela Vitiello.

L’evento, patrocinato dal Comune di Torre del Greco, vede coinvolte altre scuole del territorio: l’istituto Cento-Fontane

Francesco Degni e l’istituto paritario Francesco Petrarca, e vuole, anche limitatamente ad un preciso momento storico, riscopri- re le diverse tappe dello sviluppo della città. Esso apre ampie prospettive di lettura. E’ un invito a riflettere sul “volto” della città, in un discorso educativo legato all’analisi storica . Una proposta di educazione al territorio per stimolare e avvicinare gli studenti alle origini della città in cui vivono. Attività questa, che nella vita scolastica, risulta il più delle volte inesistente o comunque trova uno spazio ridotto. La rappresentazione prevede tre tappe: lo sbarco dei pescatori al porto, il ballo delle lavandaie alle Cento Fontane e l’incontro di Alfonso d’Aragona con la giovanissima Lucrezia D’Alagno. La favorita del re sarà i nterpretata da un’alunna dell’Istituto “F. Degni”. Oggi i ragazzini giocano alle Cento Fontane dove scorreva il fiume Dragone, quella fontana tanto antica che ci ricorda il detto:” li zuoccole d’è femmene facettero fuire li turchi dalla funtana” relativo ad un episodio accaduto probabilmente al tempo del Ducato Napoletano quando i Saraceni, qui confusi con i Turchi, erano stanziati alle falde del Vesuvio: alcuni di questi briganti, facendo scorrerie nella zona, sarebbero capitati presso la fontana torrese, ma un gruppo di donne, sorprendendoli, avrebbe cominciato a gridare e a fare un gran fracasso con gli zoccoli di legno battuti a terra con i piedi, per cui questi, impauriti e confusi, si sarebbero dati alla fuga. Ma questo i ragazzi non lo sanno!
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 21 maggio 2014