Quella di Giovanni è l’ennesima storia di povertà e sofferenza che arriva da Portici. L’uomo ha lavorato per diversi anni a Milano come autista di linea, poi l’anziana madre si è ammalata e lui è dovuto tornare in città per prendersi cura della donna. Tuttavia, Giovanni ha dovuto rapidamente fare i conti con la mancanza di soldi e un reddito minimo con cui fare fronte a tutte le spese quotidiane: poco più di 700 euro al mese tra lui e sua mamma. Soldi che comprensibilmente non bastano nemmeno ad arrivare alla fine del mese, tanto che Giovanni è stato costretto a non pagare alcune bollette, arrivando ad accumulare un debito verso la società che gestisce l’acqua in numerosi comuni vesuviani di circa 4.000 euro. Un debito che adesso rischia di trasformarsi in un vero e proprio dramma perché avrebbero già fatto sapere, nonostante i tentativi di mediazione da parte dell’uomo, di essere intenzionati a staccare il contatore dell’acqua alla sua abitazione di via Università.

“Non dormo più la notte dall’ansia, sono esasperato – racconta – ho provato in tutti i modi, anche tramite i servizi sociali del Comune, ad arrivare a un accordo, ma non ci sono ragioni: vogliono 1.500 euro subito e 150 euro al mese per sanare il debito. Io voglio pagare, ma questi soldi, in anticipo, non ce li ho. Nessuno vuole aiutarmi e io vivo con l’incubo che improvvisamente mi staccano l’acqua e non saprei più come accudire mia mamma che è anziana e allettata. Non posso immaginare nemmeno un giorno senza l’acqua, perché ha bisogno di essere cambiata e lavata diverse volte anche nel giro di poche ore. Non durerebbe una giornata senza poter usare l’acqua”.



Giovanni, infatti, ha provato in tutti i modi a chiedere alla società che gestisce l’acqua un accordo senza anticipo, basato solo sulle rate mensili, ma a quanto pare nessuno ne ha voluto sapere nulla e adesso, purtroppo, sembrerebbe andare incontro a un contatore staccato e una casa senza acqua: “L’acqua a Portici, come da referendum popolare, sarebbe dovuta diventare un bene pubblico e invece è privata – prosegue – e io voglio anche pagare, ma 1.500 euro di anticipo non ce li ho e sono disperato. Chiedo aiuto alle istituzioni e al Comune: vi prego non ci abbandonate”. Sulla vicenda si sono già attivati i consiglieri comunale del Movimento 5 Stelle e dei Verdi che stanno cercando di individuare una soluzione che possa consentire a Giovanni di sanare il suo debito senza dovere prima anticipare 1.500 euro – soldi che l’uomo al momento non ha -.