Avvocati del diavolo

Il nuovo anno ha visto entrare in vigore la normativa di riforma della professione forense. La legge, la n. 247 del 2012, introduce delle importanti novità in ordine all’esercizio della professione di avvocato, sulle quali, anche prima che la norma entrasse in vigore, è nato un intenso dibattito, avente ad oggetto l’opportunità di disposizioni che, a parere di molti, sono destinate a snaturare la funzione sino ad oggi ricoperta dagli avvocati. Dalla lettura della normativa in esame, in effetti, appare evidente la volontà del legislatore di avvicinare sempre più la figura dell’avvocato a quella dell’imprenditore, senza tenere conto delle insormontabili differenze, di carattere ontologico, che dividono chi esercita attività d’impresa da chi, invece, n on vende una merce, ma offre una prestazione professionale avente un carattere strettamente personale. Norme, contenute nella legge in questione, come quella che prevede la possibilità, per il professionista, di giovarsi di pubblicità informativa (art. 10), o come quella di cui all’art. 13, che prevede l’obbligo, per l’avvocato, di rilasciare, al cliente che ne abbia fatto richiesta, un preventivo scritto dei costi determinano qualcosa in più che una semplice evoluzione dell’avvocato verso l’assunzione di un carattere più marcatamente imprenditoriale. E’ ovvio che solo il trascorrere del tempo ci dirà degli effetti concreti di questa riforma; tuttavia, si può provare, sin d’ora, a formulare ipotesi su quelli che saranno gli scenari futuri. L’obbligo di rilasciare preventivo scritto, ad esempio, comporta senz’altro il rischio che, con l’andare del tempo, si assista ad una svalutazione, da parte dell’utenza dell’avvocatura, del carattere personale della prestazione professionale, a vantaggio di un apprezzamento della stessa sulla base di un parametro essenzialmente economico. Di qui, allora, la possibilità che la concorrenza tra professionisti segni l’inizio di una vera e propria “gara al ribasso” tra gli stessi, al fine di acquisire clientela. Se così sarà, però, si è pensato ai costi che subiranno i cittadini in termini di qualità della prestazione professionale offerta?
Alessandro e Giovanni Gentile

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 13 febbraio 2013