Tradizione

(a) Torre del Greco – In tutto il mondo il nome “corallo” è sempre stato associato a Torre del Greco. Eppure adesso qualcosa è cambiato, la fama di Torre e la sua notorietà sono calate anche in questo settore: infatti, chi viene attirato dal prezioso “oro rosso” non trova qui punti di riferimento, non c’è niente che faccia pensare di essere nella patria del corallo. Le ragioni di ciò sono da ricercare sia nella scarsa promozione di quest’arte, sia nella mancata organizzazione dei commercianti, che, più che al commercio pubblico, mirano ad un’esportazione del prodotto. Il vice presidente dell’ associazione Assocoral, Mauro Ascione, afferma che molto si è tentato per rivalorizzare il corallo, è da ricordare che era in porto il progetto “Corallium”. Questo prevedeva la costruzione di un parco della città, con anche un auditorium ed uno spazio per mostre ed eventi, così da poter dar luce, in maniera interattiva, al corallo e non solo. “È mancato” – dichiara Ascione- “ il sostegno al progetto. Non mi sento di dare la colpa né agli imprenditori, né all’amministrazione. A essere carente è stata soprattutto un organizzazione efficace e l’appoggio della regione Campania”. Intanto, altri fattori continuano a minare la maestria torrese: da una parte la città di Marcianise, che sta operando una politica volta appunto a sfruttare meglio questa risorsa, dall’altra il problema, ancora irrisolto, della CITES, che potrebbe limitare fortemente ed ulteriormente il commercio del corallo.

Sara Borriello
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 17 febbraio 2010 pag 3