Tirrenia

(a) Torre del Greco – Con la privatizzazione della Tirrenia si giocherà al risparmio tagliando linee essenziali, dando flessibilità in basso alle tabelle di armamento con l’espulsione dei lavoratori, incidendo sui carichi di lavoro e, quindi, sulla sicurezza a bordo.
La “gente di mare” ha sempre ricevuto attestati di stima, ma non sempre ha ricevuto quella centralità che meritava. Il lavoro sulle navi è uno dei più faticosi esistenti e da esso i sindacati prelevano delle quote che servono a sostenere le attività degli stessi. L’estensione della giornata lavorativa e la sicurezza sui luoghi di lavoro dovrebbero costituire il presupposto a tutte le valutazioni contrattuali, ma alla fine tutto sfuma. “Il marittimo dovrebbe lavorare per un massimo di 14 ore giornaliere, ma spesso le ore aumentano a 16 – afferma Salvatore Borriello, corresponsabile marittimo della Cgil Trasporti.
In merito alla situazione occupazionale dei marittimi si pronuncia Gennaro Bottiglieri, segretario nazionale dell’ ORSA marittimi: ”Questa privatizzazione comporterà una ricaduta occupazionale che aggraverà una situazione già di per sé pesante: ci sono tanti lavoratori precari e da tempo gli armatori assumono personale extracomunitario”. Vero è che anche nel comparto marittimo, come nelle altre categorie lavorative, non tutti i lavoratori rispettano le condizioni contrattuali, fatto quest’ultimo che scoraggia i privati ad effettuare nuove assunzioni. Tuttavia i lavoratori onesti ci sono, sono quelli che scendono in piazza perché sentono calpestati i loro diritti. “La costituzione di una bad company stile Alitalia è inaccettabile – afferma Giovanni Brancaccio, segretario provinciale della Federmar – L’obiettivo prioritario deve essere la salvaguardia dell’occupazione dei lavoratori della Tirrenia e non la soddisfazione degli interessi degli armatori”.
Intanto i sindacati, spesso in antitesi tra loro, pianificano le prossime mosse. La Cgil ha avanzato la richiesta di un tavolo tecnico a cui prenderà parte il Ministro del Lavoro e quello dei Trasporti, mentre la Federmar, adeguandosi alle recenti norme in materia di scioperi, proclamerà uno “sciopero virtuale”.
Maria Consiglia Izzo

Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea de La Torre 1905 in edicola il 4 marzo 2009