Nuova operazione di restyling

Una nuova illuminazione verrà installata sul Miglio d’Oro, lungo il tratto di strada che collega Palazzo Vallelonga agli scavi archeologici di Ercolano. Il Comune di Torre del Greco nel 2005 già si è interessato della risistemazione dei marciapiedi e delle aiuole, successivamente si è adoperato alla sostituzione degli alberi. In questi giorni una delibera comunale ha assegnato alla società di costruzioni Generali di Nocera Inferiore, vincitrice dell’appalto, l’impegno di sostituire l’impianto di illuminazione. È stata stanziata una somma di 350.000 euro, che servirà per le spese di rimozione dei vecchi pali alti, montati circa vent’anni fa, la cui luce arancione dagli effetti “psichedelici” verrà sostituita da “romantiche” lanterne poste lungo i due marciapiedi. Questo nuovo arredo urbano dal gusto eclettico farà rivivere le magiche atmosfere del “Miglio incantato”, come lo denominò Gabriele D’Annunzio, o come scriveva il nostro illustre concittadino Raffaele Raimondo il quale narrava tra le pagine di “Itinerari torresi” ricordi della sua infanzia legati al Miglio d’Oro. Negli anni ’20 del secolo scorso la celebre strada era “incorniciata dal viola del Vesuvio, dalle acque azzurre del Golfo, dal verde cupo dei boschi, da quello tenero dei prati e dei giardini e dalla policromia delle aiuole fiorite. Berline e landaus, verso il tramonto e fino a tarda notte, percorrevano il Miglio e, specialmente nei mesi estivi, la vita si svolgeva allegra e spensierata. Le arcate barocche erano illuminate dai lanternoni, […] La luna con le ombre dei lecci e degli eucalipti stendeva sulla strada una coltre di merletto”. Ecco come veniva ricordato il corso che collegava Torre del Greco e Resina, città che sono mutate nel corso dei decenni, dove come sottolineava ancora Raimondo “non è stata necessaria, poi, troppa bravura per realizzare tutti questi mutamenti: sono bastate l’ingordigia del denaro e l’accondiscendenza di uomini mediocri che, preposti alla difesa di quelle bellezze e di quelle opere d’arte, hanno, invece, collaborato con i pari loro, nella deturpazione di questa strada che era una delle più belle del mondo”. A distanza di tanti anni queste parole di denuncia risuonano sempre più attuali e un ulteriore commento risulterebbe quanto mai retorico e superfluo.

Gianluca Pappalardo