Fatalità o tragedie evitabili?

Ricoverata all’ospedale di Boscotrecase per un intervento di routine è morta, lo scorso otto marzo, in sala operatoria, la mamma venticinquenne Tommasina De Laurentis. Avrebbe dovuto sottoporsi a una laparoscopia ma l’intervento è sfociato in tragedia, la donna, sottoposta all’autopsia, sarebbe deceduta per una lesione all’aorta addominale e alla vena cava che avrebbe provocato una fatale emorragia. Lascia tutti attoniti questo caso di mala sanità, l’Asl Napoli3sud ha deciso di aprire un’inchiesta. Dieci persone, tra medici e infermieri dell’equipe del primario Roberto Palomba presenti in quel nero venerdì di marzo, sono iscritti nel registro degli indagati. Sarà un equipe di periti a stabilire sulla base dell’autopsia quali siano stati gli errori commessi in sala operatoria. Ma non si tratta certamente di un caso unico, l’ospedale di Bosco era già stato travolto dallo scandalo nell’estate 2012 per le intercettazioni che riguardavano la morte di una neonata, un parto finito in tragedia, aggravato dal tentativo di falsificare la cartella clinica. Un’altra tragedia ha coinvolto sempre nella scorsa estate un ragazzo morto in seguito allo scontro con un camion della Nu, il giovane sballottato da un ospedale all’altro era stato dapprima trasportato a Bosco, poi trasferito al Maresca e infine, portato a Napoli, era deceduto all’ospedale Cardarelli. Tuttora il Maresca dispone della Tac ma le operazioni vengono perlopiù svolte a Bosco, esiste il pronto soccorso ma il cardiologo lavora solo poche ore a settimana, medici e infermieri sono sottoposti a un duro lavoro per coprire tutti i turni, i posti letto si attestano a 0,7 ogni mille abitanti, a dispetto dei 3,6 previsti, tutti elementi che contraddistinguono una situazione al limite della criticità.
Carolina Esposito

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 27 marzo 2013