Giallo d’estate a Torre del Greco: sono circa le 22.30 dell’8 agosto quando Pietro Spineto, giovane 19enne torrese incensurato, cade al suolo freddato da un colpo di pistola che lo colpisce alla testa.
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Teatro della tragedia e luogo del ritrovamento del corpo esanime è via delle Bufale, la stradina del noto “quartiere di frontiera” meglio conosciuto come Rio. In quella calda serata d’estate si sente solo un colpo, quello che ammazza il 19enne. Poi, alla notizia del dramma, inevitabilmente esplode la disperazione dei familiari e degli amici e, soprattutto, scatta la caccia a chi possa aver premuto il grilletto causando la morte del giovane corallino.
Naturalmente, nel quartiere che dove risiedono anche alcuni pregiudicati per reati di varia natura, giungono gli inquirenti che danno il via alle indagini. Le versioni fornite da alcuni testimoni non vanno in un’unica direzione. Anzi, sono tra loro discordanti. Qualcuno sostiene perfino che Pietro avrebbe litigato con alcuni coetanei e che, probabilmente, si tratti di un classico regolamento di conti.
Poche ore dopo il dramma, però, la svolta: un quindicenne, il miglior amico di Pietro, si reca dritto dritto dalle forze dell’ordine per raccontare la sua versione dei fatti. Il minorenne in lacrime rivela agli inquirenti che i due sono andati a dar da mangiare ad alcuni cani custoditi in un giardino di un palazzo del quartiere. Nel giardino, però, hanno trovato una pistola e, incuriositi, hanno iniziato a maneggiarla. Durante quel gioco pericoloso, accidentalmente, parte un colpo che ferisce mortalmente il giovane Pietro: questo quanto afferma il quindicenne.
Da un presunto regolamento di conti si passa quindi ad una morte accidentale.
La Polizia, guidata dal dirigente Davide Della Cioppa, è al lavoro per le verifiche del caso. Gli agenti, intanto, non mancano di sottoporre il quindicenne all’esame dello stube: i risultati si sapranno tra qualche giorno. Il “guanto di paraffina” servirà a stabilire se sull’auto-accusato ci sono tracce da polvere da sparo. Il responso del test quindi rappresenta un primo passo verso la verità di una storia che sa di incredibile. Inoltre, il minorenne fornisce altri dettagli agli inquirenti: dopo aver esploso i colpi si libera dell’arma gettandola via ed, al momento, nessun ritrovamento. Affermazioni quest’ultime che rendono il quadro sempre meno chiaro e ricco di dubbi ed incertezze colorando il caso ancor più di giallo.
Gli agenti del Commissariato di Polizia corallino stanno seguendo tutte le piste e verificando tutte le ipotesi.