L’arresto dell’ex Presidente di Confitarma scuote il mondo armatoriale. L’accusa: bancarotta fraudolenta e falso in bilancio

Il crac Dimaiolines continua a far parlare di sè. Due le indagini parallele che la Procura porta avanti. Nei giorni scorsi una prima svolta nella seconda indagine: agli arresti domiciliari l’ex presidente di Confitarma, Nicola Coccia. I n passato il noto commercialista, ex Presidente di Confitarma (Confederazione degli armatori), è stato Presidente del collegio dei sindaci e consulente della società armatoriale torrese della fallita nel 2010. Un crac che ha coinvolto più di 800 famiglie e numerosi risparmiatori e che è stato stimato intorno ai 40milioni di euro. L’accusa che viene mossa a Coccia è quella di bancarotta fraudolenta e falso in bilancio. Il suo arresto ha scosso il mondo armatoriale a livello Nazionale. Coccia ex Presidente di Confitarma (dal 2005 al 2012) è stato il consulente e commercialista di molte società che operavano nel settore marittimo. Il 7 febbraio gli inquirenti hanno notificato un’ordinanza cautelare agli arresti domiciliari del gip, del Tribunale oplontino, a Coccia.
L’inchiesta fa riferimento al periodo in cui Coccia è stato presidente del collegio dei sindaci della Dimaiolines (2001-2007). Secondo il Procuratore della Repubblica, Alessandro Pennasilico, Coccia avrebbe "disatteso gli obblighi di controllo" ed "agito, in una situazione di chiara incompatibilità, come consulente contabile e strategico della società". Le indagini h anno permesso di "accertare – continua il Procuratore – il significativo contributo fornito da Nicola Coccia agli amministratori della Dimaiolines nella distrazione di somme di denaro provenienti dai cosiddetti obbligazionisti per una somma superiore a 14milioni di euro".
Ed inoltre, "l’indagato – sostiene la Procura – ha gestito la contabilità della società essendo a conoscenza del fatto che le somme depositate sui conti personali dei soci fossero i risparmi degli investitori, ha avallato nel corso degli anni tale comportamento e ha scoraggiato i Di Maio dal tentare una regolarizzazione dell’attività di raccolta del risparmio che avrebbe necessariamente portato la società ad esporre nei bilanci debiti milionari nei confronti di terzi".
La Procura sostiene con chiarezza che "Coccia si occupava anche della redazione dei bilanci all’interno dei quali i flussi di denaro dei risparmiatori dai conti personali dei Di Maio è scritto nel documento verso i conti societari venivano imputati fittiziamente alla voce finanziamento soci. In tal modo gli amministratori facevano confluire il denaro degli ignari obbligazionisti all’interno della società come denaro proprio, precostituendosi così anche una ragione di credito nei confronti della società stessa". Per la Procura infatti l’ex presidente del collegio d ei sindaci sarebbe stato al contempo controllore-sindaco e consulente-controllato. Al momento, il legale di Coccia non prende posizione: lo farà dopo aver esaminato le accuse delle Procura. La Torre, già nel 2012, chiedeva che sulla vicenda si facesse la massima chiarezza, si trovassero tutti i responsabili e chi fossero e quali le responsabilità dei super-consulenti. Siamo certi che le indagini andranno avanti e saranno individuati tutti i responsabili su questa ed altre vicende.
Antonio Civitillo

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 13 febbraio 2013