Per l’assassinio di Pietro Spineto lo stub (tecnica di rilevazione per residui di polvere da sparo) conferma: a sparare fu l’amico della vittima, un ragazzo di appena 15 anni. Questa è la prima certezza nel caso Spineto, polizia-auto-retro

il ragazzo di 19 anni ucciso in via delle Bufale, la sera di sabato 8 agosto, in circostanze ancora da chiarire .
A sparare, dunque, è stato purtroppo proprio l’amico del cuore della vittima, e a confermarlo, oltre alla confessione del 15 enne, son stati anche i rilievi effettuati nel corso delle indagini. At¬traverso specifici esami, infatti, è stata rintracciata polvere da sparo sia sulle mani del minore accusato di omici¬dio colposo, sia sugli indumenti in¬dossati dallo stesso la sera della tragedia.
A quanto sembra, il colpo inferto allo Spineto partì accidentalmente dalla pistola scoperta dai due giovani in uno stabile, insomma un “tragico” gioco finito nel peggiore dei modi. Ricordiamo che, all’epoca dei fatti, il minorenne amico della vittima fu convinto dalla propria madre a recarsi presso le forze dell’Ordine per raccontare l’accaduto.
Attualmente le indagini della Polizia, dirette dal dott. Davide della Cioppa, proseguono alacremente.