Il motivo: assicurarsi pasti sicuri in carcere

(agenzia) Torre del Greco – Una storia che ha dell’incredibile. Una storia che ha come protagonista un giovane 22enne di Torre del Greco che si è presentato al posto di Polizia ferroviaria della stazione di Parma, si è seduto alla scrivania dell’agente di turno ed ha cominciato a confessare un omicidio mai commesso.  Il motvo: riuscire a strappare pasti regolari in carcere. Il giovane infatti aveva tanta fame, una fame da morire.

Agli agenti della polizia ferroviaria di Parma il 22enne torresi si è presentato come l’autore dell’omicidio del boss mafioso Adriano Cirillo, raccontando di essere stato lui, il 31 ottobre del 2006, ad aver ucciso, e non il cugino, attualmente detenuto per quel delitto. Subito dopo, la richiesta: "Portatemi subito in carcere". dal suo racconto, sono emersi particolari scioccanti, verosimili sin nei più piccoli particolari e in linea con quanto successo veramente quasi due anni fa, anche se, in realtà, il 22enne dell’omicidio aveva letto solo le cronache sui giornali.



Fermato per accertamenti, gli agenti della Polfer hanno iniziato le indagini e, dopo avere contattato i colleghi di Torre del Greco e il casellario informatico, hanno appurato che il giovane con quel fatto di sangue non aveva nulla a che fare e che, oltretutto, in carcere non c’era nessun suo parente. Messo alle strette, il sedicente omicida ha così confessato la sua vera "colpa": una fame da morire. Autoincolpandosi dell’omicidio sperava di finire in carcere per qualche giorno e riuscire così a strappare qualche pasto regolare. Uno stratagemma che aveva già sperimentato a gennaio, presentandosi agli agenti della Polfer della stazione Termini: anche in quel caso, però, era stato scoperto in poche ore. Ora per lui è scattata la denuncia per il reato di autocalunnia e la sua situazione è stata segnalata ai servizi sociali.
 Mariella Ottieri
fonte: <a href=http://www.ephemerides.it">www.ephemerides.it</a>    agenzia di stampa   –   quotidiano"