Venerdì 28 settembre, alle 17.30 verranno esposti documenti appartenenti all’archivio storico della parrocchia

ERCOLANO. Nella giornata di venerdì 28 settembre, alle ore 17.30, nella Chiesa di Santa Maria della Consolazione di Ercolano – piu’ nota come Chiesa di Sant’ Agostino- sarà inaugurata una mostra dove verranno esposti documenti appartenenti all’archivio storico della parrocchia. Una scoperta inaspettata ma non troppo, se si pensa che la chiesa fu eretta nel 1613 e faceva parte dell’Ordine Agostiniano degli Agostiniani Scalzi. L’esposizione illusterà il percorso di fede e devozione che si è snodato attraverso le indulgenze di molti Papi a partire dal XIX secolo. Tra i documenti storici piu’ significativi conservati nell’Archivio parrocchiale di S. Maria della Consolazione, si segnala un rescritto di papa Leone XIII che concesse l’indulgenza plenaria ai fedeli che veneravano il Sacro Cuore di Gesu’. A presenziare all’esposizione della mostra curata da Giuseppe Battaglia e Giuseppina Raschellà, funzionari della Sopraintendenza Archivistica per la Campania, ci saranno il parroco della chiesa di Sant’Agostino Don Marco Ricci, la dottoressa Marialuisa Storchi soprintendente archivistico della Campania, il sindaco della città degli scavi Vincenzo Strazzullo, nonché Eduardo Parlato direttore dell’ Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Napoli. La Chiesa di Sant’Agostino è una delle più interessanti di tutta la zona vesuviana. A sinistra dell’ingresso vi è un’ epigrafe in latino, che attesta che nel 1613 il conte Scipione De Curtis donò agli Agostiniani un vasto podere che si estendeva fino al mare. A destra, un’ altra epigrafe attesta che la chiesa fu consacrata il 28 settembre 1727 dall’Arcivescovo di Melfi Monsignor Mondilla Ulsino. Il 18 novembre 1929 l’Arcivescovo di Napoli, Cardinal Alessio Ascalesi, la innalzò a Parrocchia. La Chiesa, oltre ad essere conosciuta con il nome di Sant’Agostino, è anche chiamata “Chiesa dei Signori” poiché in passato era frequentata dall’aristocrazia napoletana che dimorava o villeggiava a Resina e a Portici. Tra le varie usanze legate alla Chiesa vi era quella di dare sepoltura ai nobili che morivano durante la villeggiatura: spesso si trattava di una sepoltura provvisoria come ad esempio accadde alla nobildonna Anna Carafa, morta nel 1644, il cui corpo fu poi traslato a Napoli, in San Domenico Maggiore. Inoltre, è intenzione degli organizzatori, riproporre la mostra nel mese di dicembre, per permettere alle scuole di organizzare visite guidate per far conoscere agli studenti uno spaccato della storia del proprio territorio.