
Un ordigno posizionato vicino l’auto del conduttore di Report Sigfrido Ranucci è esploso distruggendola.
L’esplosione ha coinvolto le macchine del giornalista e della figlia parcheggiate davanti casa a Pomezia. Dai primi accertamenti, sembra che l’ordigno sia stato piazzato tra la vettura e un cancello. Sulla vicenda sono in corso indagini dei carabinieri che stanno acquisendo le immagini delle telecamere ad ampio raggio che potrebbero aver immortalato chi ha piazzato la bomba.
Ranucci afferma: “Ho ricostruito con i carabinieri quanto è successo ieri. C’è una lista infinita di minacce, di varia natura, che ho ricevuto e di cui ho sempre informato l’autorità giudiziaria e di cui i ragazzi della mia scorta hanno sempre fatto rapporto. Io comunque mi sento tranquillo nel senso che lo Stato e le istituzioni mi sono sempre state vicine in questi mesi”. Conclude: “Quello di stanotte è stato un salto di qualità preoccupante perché proprio davanti casa, dove l’anno scorso erano stati trovati dei proietti’.
La deflagrazione avrebbe potuto uccidere qualcuno. Solidarietà dal mondo della politica.
L’ad Rai Giampaolo Rossi e l’intera azienda “si stringono al fianco di Sigfrido Ranucci ed esprimono massima solidarietà per il grave e vile attentato intimidatorio”. “Il ruolo della Rai e di chi opera al suo interno è quello di garantire dialogo, pluralismo e rispetto nel racconto quotidiano del nostro tempo – si legge in una nota -. La Rai respinge con forza e determinazione ogni minaccia contro chi svolge il proprio lavoro nel Servizio Pubblico. L’essenza vitale della nostra democrazia è la libertà informativa che la Rai garantisce e che i suoi giornalisti rappresentano”.
I pm dell’antimafia di Roma indagano su quanto avvenuto nella tarda serata di ieri a Pomezia. Al momento il pm della Dda Carlo Villani – coordinato dall’aggiunto Ilaria Calò- procede per danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso in attesa di ricevere le prime informative dalle forze dell’ordine intervenute.
