Il missionario ha parlato della sacralità dell’acqua, bene comune""

Lo scorso 23 maggio, Presso la Basilica di Santa Croce di Torre del Greco, padre Alex Zanotelli ha incontrato alcuni nostri concittadini per spiegare loro l’importanza della risorsa acqua e la speculazione che le multinazionali intendono farci, a discapito soprattutto delle fasce di popolazione più povere. L’evento, promosso dal Comitato Civico “Acqua Bene Comune”, non ha avuto alcuna connotazione politica né partitica, ma ha inteso divulgare l’esperienza di Zanotelli, uomo impegnato sul fronte religioso e sociale da molti decenni, specie sul tema dell’acqua . Ad introdurre l’incontro è stato Gianluca Ferrara, referente territoriale del comitato, il quale ha ricordato come la Basilica cittadina ebbe il privilegio di ospitare Papa Giovanni Paolo II, venti anni fa, e come sia altrettanto privilegiato Don Giosuè Lombardo, attuale parroco, ad accogliere oggi un ospite importante come padre Alex, religioso, presbitero e missionario italiano, facente parte della comunità missionaria dei Comboniani, nonché ispiratore e fondatore di diversi movimenti italiani tesi a creare condizioni di pace e di giustizia solidale. Subito dopo Zanotelli ha catturato l’attenzione dei convenuti, che avevano poco prima assistito alla celebrazione della Santa Messa da lui officiata, con queste parole : “…L’acqua, per noi cristiani, non ha solo un significato materiale ma anche spirituale, in quanto simbolo della purificazione attraverso il battesimo…”. Il discorso si è poi sviluppato partendo dal concetto che ognuno di noi deve impegnarsi affinchè la fede e la vita giornaliera collimino in intenti e in azioni; infierire sul pianeta Terra, sulle sue creature e sulle sue risorse, sfruttandole senza scrupoli, deturpandole e mercificandole, è un peccato esattamente come tutti gli altri descritti nei Comandamenti. Eppure la maggior parte di noi non ha la percezione della gravità di oltraggiare il pianeta, frutto di quasi 5 miliardi di anni di evoluzione. Nei popoli più primitivi, paradossalmente, la sacralità della natura è molto presente ( basti pensare agli indiani nativi d’ America, agli indios dell’amazzonia, o agli aborigeni australiani). L’acqua è la sorgente, la culla della vita; noi stessi siamo “acqua che cammina”, dato che il nostro corpo ne è formato in gran parte. Pensare di rendere l’acqua una merce, su cui appuntare interessi economici e intorno alla quale far ruotare gli equilibri socio-economici mondiali, come nel secolo scorso si è fatto col petrolio, è una follia, oltre che un peccato. Ma perché l’acqua è il nuovo “oggetto del desiderio”delle multinazionali? Perché la si vuole far gestire da privati? La risposta è semplice : la superficie terrestre è quasi interamente coperta da acqua, ma di questa appena il 3% è potabile; inoltre a questa frazione bisogna sottrarne la maggior parte, poiché viene utilizzata soprattutto per l’”Agrobusiness”, ossia un’agricoltura industrializzata che ne impiega massicci quantitativi, e si parla di acqua sorgiva, non acque reflue o piovane. Un numero enorme di persone, specie del Sud del mondo, in pratica non ha accesso all’acqua potabile, e il riscaldamento globale peggiorerà nettamente la situazione in un arco di tempo breve. In Italia, il governo attuale e quelli precedenti, senza distinzione di colore, hanno pianificato il processo di privatizzazione dell’acqua già da tempo, senza lasciare che l’opinione pubblica se ne rendesse nemmeno conto; ecco che ora ci ritroviamo a votare per un referendum che, probabilmente, rimane l’ultima speranza per evitare lo scempio della mercificazione. “Il comitato civico ha presentato 3 istanze, raccogliendo un milione e 400mila firme, alla Corte di Cassazione :1) l’acqua non può essere un bene di rilevanza economica ; 2) l’acqua non può essere messa sul mercato come “merce”; 3) non può trarsi profitto dalla mercificazione di un bene necessario ed universale come l’acqua. La Corte Costituzionale ha accettato la prima e l’ultima istanza, il che è un bel successo…Privatizzare l’acqua è moralmente e religiosamente inaccettabile, sarebbe come istituzionalizzare una grave ingiustizia sociale”. Questa la chiosa di Alex Zanotelli, che, commosso fino alle lacrime, è stato salutato da uno scrosciante e lungo applauso.
Mariacolomba Galloro