“Tutti a casa” oppure “Il Governo blinda l’Italia” o, ancora, “Italia chiusa”. In poche parole, titolavano più o meno così le maggiori testate esattamente il 10 marzo dell’anno 2020.

Due anni fa, infatti, fu segnato l’inizio delle prime dure restrizioni dettate ed imposte dalla pandemia del Coronavirus.

Era, precisamente, la sera del 9 marzo del 2020 quando l’allora premier Giuseppe Conte annunciava agli italiani il lockdown: “Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci domani” sulla scorta del “Andrà tutto bene”.



Una parola nuova nel vocabolario e nella vita del Paese ma che, in breve tempo, è stata ben capita (ed accettata) al punto da diventare di uso comune.

Da allora, da quei momenti che sembrano lontani ma che sono ancora oggi ben impressi nelle menti degli italiani, di anni ne sono passati due. Balconi adornati di striscioni e disegni con arcobaleni, cori e candele. Gli italiani hanno sperato, aspettato ed affrontato anni difficili, sia sotto l’aspetto sociale che sotto quello economico.

Le Tv ed i Tg mandano in onda le scene drammatiche conosciute nella pandemia: corsie ed ospedali al collasso, carri armati a Bergamo, il Papa che pregava da solo per l’umanità.

Strade vuote, negozi chiusi, città deserte: questo lo scenario di due anni fa. Ed il tutto con il premier italiano che puntualmente ogni settimana dava agli italiani un appuntamento per illustrare l’emergenza ed i dati in confronto con il Cts (comitato tecnico scientifico).

Ad oggi, quei momenti sono passati, eppure di DPCM in DPCM ciò che resta sono restrizioni più leggere se ci guarda indietro.

Da poco più di un anno, inoltre, l’avvento dei vaccini e le somministrazioni. Il cambio di guardia tra Giuseppe Conte e Mario Draghi, l’uomo “padre” del certificato verde.

Ed intanto, per capire cosa resterà del Green Pass, gli italiani dovranno attendere ancora un po’: è per fine mese la data del fine emergenza Covid 19.