La sinfonia numero 9, l’ultima di Beethoven, è nota come Sinfonia Superba o anche Sinfonia Corale. Gran parte dei critici e degli appassionati la considerano il capolavoro del compositore tedesco, forse la più grandiosa composizione musicale mai scritta. Non desta meraviglia, perciò, che il tema di fondo di questa sinfonia (Inno alla Gioia) sia stato adottato, dal 1972, come inno europeo. Al suo debutto, (Vienna, 1824) fu lo stesso autore a volerla dirigere. Le cronache del tempo raccontarono di un Beethoven particolarmente nervoso, che gesticolava vistosamente, si muoveva sul palco come in preda ad un raptus, quasi volesse suonare da sé tutti gli strumenti, prendere addirittura il posto del coro. Avvertiva, il grande artista, d’aver realizzato, con quella sua creazione musicale, un capolavoro di bellezza e di armonia, per cui non avrebbe tollerato nella sua esecuzione il benché minimo errore che potesse deturparla…

Stabilite le debite proporzioni, i comportamenti dell’immenso genio musicale di Bonn sono stati riportati alla mia mente osservando le ‘smanie’ di Massimiliano Allegri, pluridecorato allenatore della fortissima Juventus, durante Juve-Genoa, disputata nel pomeriggio dello scorso sabato. Il signor Allegri sembrava essere affetto dal fastidiosissimo “ballo di San Vito”: si agitava, urlava, si alzava e si sedeva continuamente dalla panchina, non sapeva più con chi prendersela per il gioco sconclusionato che stavano esibendo sul campo i suoi calciatori. Ecco, se avesse potuto, sarebbe sceso lui in campo… Proprio come Beethoven, il ‘perfezionista’ Allegri non avrebbe voluto “steccare” la Nona!

Però, in fondo in fondo, l’allenatore juventino non aveva, poi, tanti motivi per innervosirsi in quel modo… Per la Juve, più che di una vera e propria ‘stecca’, s’è trattato di una piccola ‘stonatura’… Il pareggio con il Genoa, ci può stare… Anche se i bianconeri sono i più forti, mica le possono vincere tutte le partite! Un pareggio, non è la fine del mondo, però nell’ottica di rivitalizzare un campionato che – a dire degli esperti – si poteva considerare già concluso, vista la netta superiorità dei torinesi sul lotto delle altre concorrenti, quel ‘pareggino’, quella lieve stonatura, assume un’importanza enorme. E’ un segnale ben preciso che le rivali dei bianconeri non possono ignorare:”i giochi non sono stati ancora fatti”!



La Juve, come l’Invincibile Armada voluta dal re di Spagna Filippo II per affermare il predominio sui mari della sua nazione (130 vascelli armati di tutto punto, 24.000 uomini, l’Armada, ma gli inglesi, nella battaglia di Gravelinga del 1588, le dettero una bella ‘strapazzata’!) qualche volta può anche inciampare, segnare il passo, a dimostrazione del fatto che non sono sempre quelli ritenuti più forti a prevalere. Intendiamoci, non è successo nulla di eclatante… Lo ribadiamo, era impensabile che le potessero vincere tutte… Però, quest’anno c’era qualcosa di diverso che ‘s’annusava’ nell’aria. I bianconeri già erano, obiettivamente, superiori, per organico, organizzazione e per innumerevoli altri fattori… Poi hanno anche preso Ronaldo ed altri due o tre campioni. Il messaggio era chiaro: rassegnatevi, nostre presunte rivali, qui non c’è trippa per gatti!
E invece sembra che non sia esattamente così; quel pareggino col Genoa, quello ‘scricchiolio’, quella lieve stonatura in uno spartito musicale, fino a quel momento, perfetto, lascia aperto uno spiraglio, non si sa ancora di quale ampiezza… La ‘Nona’ di campionato, forse, è risultata determinante anche per Roma e Milan, i cui distacchi dalle prime hanno assunto dimensioni preoccupanti, non solo in chiave lotta per lo scudetto, ma anche in vista della qualificazione alla prossima Champions.
Non posso concludere queste mie note sul campionato senza dedicare alcune righe al “mio”, al “nostro” Napoli. Sembra che la ricetta proposta da Ancelotti (l’intera ‘rosa’ coinvolta nel progetto, tutti per uno, uno per tutti, come i moschettieri di Dumas!) stia producendo i suoi frutti. Oltretutto, non si notano sostanziali differenze nel gioco, anche se sta facendo ruotare un buon numero di giocatori ad ogni partita.Ad Udine, vittoria netta e rotonda, con l’unico rammarico delle troppe occasioni da rete fallite… Ecco, questo , ma proprio volendo cavillare, è l’unico neo nelle ultime prestazioni degli azzurri.
Le grandi squadre le “chiudono” in fretta le partite, non consentono agli avversari di ‘ringalluzzirsi’, di prendere coraggio essendo il risultato ancora in bilico. Ma, in una giornata come questa, con la Juve che – inaspettatamente – rallenta la propria marcia, con la Roma e con il Milan che stanno salutando il campionato, non mi sembra sia il caso di muovere critiche alla “banda Ancelotti”! Anzi, fratelli di sangue azzurro, sapete che cosa vi dico? Intoniamo, ma a bassa voce, per il momento, l’Inno alla Gioia, nella speranza che, in primavera, lo possiamo cantare a squarciagola e senza stonature, proprio come piacerebbe a Beethoven!
Ernesto Pucciarelli