Editoriale

(a) per gli abbonati o in edicola – Torre del Greco – Datemi pure dello snob efferato, ma non sono stato mai a villa Macrina, né a villa Sora. E’ che mi sembra di perder tempo, a volte, a doverci andare. Manifestazioni di serie B, dal pedigrée incerto, che se ci andassi mi sentirei un po’ complice di progetti poco chiari.
Villa delle Ginestre? Sì, so dov’è, l’ho vista spesso dall’esterno, ma quando frequentavo la zona era poco più che un rudere. E mentre il professor Maglione realizzò, orami diversi anni addietro, una monumentale opera letteraria, mettendo insieme decine di Leopardisti italiani e stranieri a commentare ciascuno uno dei “Canti”, i nostri luoghi fisici del Grande Recanatese non entrano in nessuna rete, quasi ne provassimo imbarazzo o vergogna, solo qualche targhetta striminzita ad indicarne l’ubicazione. E ci stiamo impegnando a fondo per farci sfuggire una delle più imponenti collezioni librarie a tema leopardiano esistenti al mondo.
E che dire delle Cento Fontane? Un qualcosa a metà fra un deposito di rifiuti a cielo aperto ed un rudere inutile, ed inutilmente restaurato. Dovrebbe fare da volano turistico al recupero della Zona Mare, non si riesce a metterci una recinzione degna di questo nome, ed a trovare del personale addetto.
Per non parlare dei musei del Corallo! Ne esistono due, uno pubblico ed uno privato, li ho visti entrambi, e mi ritengo un privilegiato, non è concesso a tutti. Eppure sono due secoli che l’oro rosso da a mangiare all’intera città …
Gli unici monumenti rimessi davvero in sesto sono Palazzo Vallelonga (“’A Banca se sta appezzennenno”, usava ripetere in merito l’avvocato Accardo), Palazzo Baronale e Villa Le Terrazze. Tutti poco fruibili al pubblico, purtroppo.
La zona mare cade a pezzi, il monastero degli Zoccolanti somiglia inquietantemente ad un vascello fantasma nel pieno centro cittadino.
Iniziative sporadiche ed isolate, isolamento dai contesti più ampi (ma non è che abbiamo paura dei turisti?), opere a metà, pressapochismo, improvvisazione, mancanza di marketing territoriale e di personale qualificato che vi ci si dedichi, insomma, lo sfacelo o almeno il sottoutilizzo del nostro patrimonio architettonico è sotto gli occhi di tutti.
Questo stesso giornale ne faceva a suo tempo un cavallo di battaglia, della “Torre Antica”, forse con toni troppo oleografici, ma oggi è un problema trovare giovani che se ne vogliano occupare, salvo poi farne un giornale concorrente che riempie quello che fu il nostro spazio culturale, editoriale e commerciale.
Del resto questo stesso giornale andrebbe trattato con più riguardo, essendo a sua volta, con i suoi centoquattro anni di attività ed il suo primato di più antico periodico del Meridione in attività, una sorta di monumento vivente e pulsante. Leggete e diffondete!

Giuseppe Della Monica



Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea de La Torre 1905 in edicola il 4 novembre 2009