Mare-Cobalto-Turchese

Il sole è già alto nel cielo quando arriviamo a Porto Ferro. Il sentiero corre nella riserva naturale attraverso la macchia mediterranea e fiancheggia dune di posidonie e gigli del deserto dal profumo esotico. Il nome rimanda al riflesso color ruggine di rocce e sabbia.
Distesa, leggo e oscuro il sole con le pagine aperte di un libro. “As you like it”, è Shakespeare che mi parla all’orecchio. Il Bardo la sa lunga e suggerisce col suo titolo ciò che è vero: questo è il mare che amo, “as I like it”! Osservo il cielo azzurro che sfuma di celeste verso terra. Un taglio improvviso, bianco e netto, si delinea sulla tela di questo cielo stranamente privo di uccelli. È la scia di un aereo, che si impenna verso l’alto come lama affilata tesa a bucare la volta. Sembra lo squarcio verticale su una tela di Fontana. Ai miei fianchi la scogliera si allunga nel mare e prende il largo. Spezza ed esalta il turchese dell’acqua, dove il mirto si specchia e crea riflessi smeraldo. E due torri di catalana memoria limitano i margini della baia incontaminata. Niente musica, niente lidi, niente artifici. È il rumore del vento la colonna sonora di questa giornata e lo sciabordio lento e ritmato delle onde. Mi abbandono alla solenne scenografia che la natura ha allestito per me e, sorridendo, ringrazio commossa.
Anna Liverino

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 08 luglio 2015