Secondo appuntamento con gli pseudocereali, oggi parliamo di quinoa. Forse non tutti sanno che in commercio possiamo trovare tre diverse tipologie (distinte in base al colore del seme): quinoa rossa, bianca e nera. La bianca è la tipologia più conosciuta ed apprezzata sia per il sapore e il profumo più delicato rispetto alle altre due che, invece, si contraddistinguono per il sapore più deciso, sia perché cuoce in minor tempo ed è per questo più pratica.

Buon contenuto di fibra e proteine ad elevato valore biologico, la quinoa è invece priva di glutine motivo che la rende adatta in caso di celiachia. Ottime proprietà antiinfiammatorie grazie alla presenza di due importanti flavonoidi: quercetina e kaempferolo; adatta anche a chi soffre di diabete infatti la fibra contenuta aiuta a stabilizzare gli zuccheri nel sangue e ad evitare picchi glicemici. È particolarmente energizzante ed indicata a chi pratica sport ma anche a chi segue una dieta vegana o vegetariana; ha un buon potere saziante quindi possiamo tranquillamente inserirla in una dieta per il controllo del peso; aiuta a ridurre l’acidità gastrica; ricca di Sali minerali come magnesio, calcio e ferro e vitamine A, B, C ed E.

Possibili controindicazioni: per la presenza di ossalati ne sconsiglio il consumo a chi soffre di calcoli renali o osteoporosi.
Come utilizzarla in cucina: il primo step importante è sciacquare i chicchi di quinoa accuratamente per eliminare la saponina, sostanza che la protegge, innocua per l’uomo ma dal sapore amaro. Secondo step altrettanto importante è la cottura. Per ogni bicchiere di quinoa bisogna aggiungere due bicchieri di acqua e lasciar cuocere fino a farla

assorbire totalmente. Un piccolo suggerimento per esaltarne l’aroma è di tostare qualche minuto i chicchi in padella prima di aggiungere l’acqua.
Dottoressa Elisabetta Casciello Biologa Nutrizionista
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