Un tema sul quale abbiamo già avuto modo di soffermarci in passato, tornato in questi giorni di grande attualità, è rappresentato dal c.d. “Omicidio stradale”, ipotesi di reato che, oramai, sembra di prossima introduzione nel nostro ordinamento penale. Gli incidenti stradali sono indubbiamente un argomento che Giustizia-Toghe

merita grande attenzione, a maggior ragione se si considera l’ipotesi in cui detti sinistri determinano la morte o le lesioni di una o più persone. Nei casi di incidenti mortali si assiste, quindi, puntualmente, alla invocazione di pene esemplari per coloro che hanno causato detti incidenti; ciò al fine di colpire l’opinione pubblica e scongiurare, dunque, per il futuro, che altre persone ripetano il gesto sconsiderato di mettersi alla guida in condizioni di scarsa lucidità o, comunque, abbiano un atteggiamento di eccessiva leggerezza nel condurre un’autovettura. Da alcuni, inoltre, si è sostenuta la necessità di introdurre nel nostro ordinamento penale una fattispecie del tutto nuova, sulla quale il Parlamento sta lavorando, che dovrebbe prendere il nome di “Omicidio stradale”. Tale fattispecie, nelle intenzioni di coloro che ne sostengono l’introduzione, dovrebbe sortire l’effetto di ridurre i casi di incidenti mortali, anche, se non in via esclusiva, per effetto della previsione di una pena più elevata rispetto a quella prevista dall’art. 589 del codice penale, che, ricordiamo, punisce l’omicidio colposo. Da parte nostra esprimiamo forti dubbi che la previsione di una fattispecie ad hoc per l’omicidio commesso nell’ambito della circolazione stradale possa avere effetti positivi in termini di riduzione degli incidenti mortali. L’esperienza dei Paesi che hanno ritenuto di delegare la garanzia del rispetto delle regole al proliferare delle nome penali e all’elevazione delle sanzioni insegna che assai scarsi sono gli effetti che da questo punto di vista si ottengono. Riteniamo, quindi, che l’art. 589 c.p., nella sua attuale formulazione, potrebbe rimanere ancora la norma di riferimento per i casi, pur dolorosissimi, di omicidio commesso nell’ambito della circolazione stradale.
Alessandro e Giovanni Gentile

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 25 novembre 2015