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Il denaro è stato e continuerà ad essere un punto di riferimento per l’intera umanità. Da sempre riveste il ruolo di obbiettivo principale della vita di molti e continua ad esserlo anche oggi nel ben mezzo di una crisi. Sono i giovani, in particolar modo, a risentire della terribile attrazione causata dal denaro e dalla sua pericolosa influenza. Quello tra i giovani e il denaro è un rapporto difficile e la cosa più allarmante è che, malgrado i ragazzi conoscano il valore dei soldi, raramente viene loro insegnato in famiglia a gestire autonomamente il proprio risparmio.
È, in estrema sintesi, quanto emerge dall’indagine tra studenti delle scuole primarie e secondarie realizzata da Hypo Group Alpe Adria nell’ambito del progetto di uso responsabile del denaro che nel corso della primavera ha coinvolto oltre 650 ragazzi di tutto il Friuli Venezia Giulia. I giovani delle “superiori” sono poco incentivati a gestire in proprio e in maniera responsabile il denaro: il 73% di loro, infatti, non riceve una paghetta periodica, ma chiede denaro ai genitori e parenti all’occorrenza, senza quindi necessità di pianificare le proprie spese.
Questo non significa che non risparmiano: per il 98% accantonare denaro è un valore e l’81% lo fa nei fatti. Soltanto il 10% lavora frequentemente per aumentare la propria disponibilità di denaro, mentre il 43% lo fa occasionalmente. Tra gli studenti della scuola primaria, il 33,5% riceve una paghetta: per il 18% si ferma a 20 euro al mese, ma per il 7% supera gli 80 euro. La spesa maggiore riguarda i giornali e i libri, per il 20%, mentre l’acquisto di giochi coinvolge il 19,5% del campione, mentre l’11,5% si concentra nel comperare snack e dolci. Un terzo di loro ha un proprio libretto bancario, mentre il 39% conserva il denaro nel salvadanaio e il 23,5% direttamente nel portafoglio.
Alessia Rivieccio
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 05 giugno 2013