LA SATIRA
In una strada media del medio centro cittadino, con i negozi mediamente deserti, incontriamo il nostro famoso cittadino medio.
“E, professo’, ci stiamo facendo vecchi assieme su questo giornale e lei mi chiama ancora cittadino medio!”.
Lo faccio per i lettori, che altrimenti non si concentrano sull’articolo. Di che parliamo oggi? Ha visto i negozi negli ultimi tempi? Vuoti, deserti…
“Sì, bruttissimo segno”.
Però, forse con il Natale…
“Sì, lo penso anch’io”.
Però, Natale non dovrebbe essere consumismo, ma bisognerebbe riscoprire i valori spirituali che…
“Ma per favore, non se ne esca anche lei con queste palle!”
Come sarebbe? Si spieghi meglio…
“Natale deve essere anche consumismo. Luci, suoni, dolci, regali, cibi!”
Ma…
“Guardi che anche San Francesco, che non si può certo accusare di consumismo, voleva che il giorno di Natale anche gli animali ricevessero una razione di cibo più abbondante”.
Sì, tuttavia…
“Tuttavia un’acca! Prenda le chiese: edifici assolutamente inutili, secondo criteri funzionalisti. Eppure che sarebbe e che sarebbe stata la Cristianità senza le sue basiliche e le sue cattedrali, gli artisti che le affrescarono, e gli scultori che le adornarono!”
Va bene, anche se…
“No guardi, Natale è la festa della luce, e viene nel periodo più buio dell’anno. Quindi viva anche le luminarie, e al diavolo i chilowatt ora in più, si risparmi durante il resto dell’anno”.
All right, mi ha convinto. Che si mangia, a Natale?
“Ah, no, guardi, interrompo la dieta cartacea e mi faccio un bel cenone: Spaghetti, capitone, baccalà fritto, scarole, panettone, struffoli e quant’altro. Lei?”
Be’, io mi mangio una copia della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, quest’anno ricorre il sessantennale…
Giuseppe Della Monica