IL CONSUMATORRE

Dopo la procedura di conciliazione per la soluzione rapida delle controversie tra investitori ed intermediari finanziari che hanno violato gli obblighi di informazione, correttezza e trasparenza previsti dai rapporti contrattuali, la conciliazione è stata estesa a tutti i servizi bancari e finanziari con una delibera del Comitato Interministeriale del Credito e del Risparmio. La procedura riguarda le controversie di valore non superiore a 100.000,00 euro, la cui soluzione bonaria sarà decisa da una Commissione mista formata da un presidenti e due membri scelti dalla Banca d’Italia, un membro designato da banche e intermediari finanziari ed un membro designato dalle associazioni dei consumatori. La procedura si aggiunge a quella che ha previsto forme di indennizzo in favore degli investitori e dei risparmiatori, escluso gli investitori professionali, da parte delle banche o degli intermediari finanziari responsabili di inadempimenti. Da parte loro le associazioni possono agire innanzi alla Magistratura per la tutela degli interessi degli investitori. E’ stato istituito anche un fondo di garanzia per i risparmiatori e gli investitori che hanno subito danni patrimoniali. La gestione del fondo è attribuita alla CONSOB. Insomma, il nostro paese sembra finalmente orientato a recepire, man mano, tutte le raccomandazioni imposte dalla Commissione CE in favore dei consumatori e dei risparmiatori, soprattutto in un momento storico particolarmente critico. In tale ottica, ed al fine di ridurre il contenzioso, non vi è dubbio che l’istituto della Conciliazione extragiudiziale rappresenta un ottimo strumento a disposizione dei consumatori. Il problema, però, è che, spesso, in passato, le stesse aziende che avevano sollecitato, nei vari settori, la diffusione di tale forma di tutela, non sempre sono riuscite a garantire gli utenti tale forma di tutela e le istanze ad esse rivolte non hanno ricevuto alcun riscontro. L’auspicio, quindi, è che ciò non avvenga anche nel settore bancario e finanziario e che l’istituto conciliativo non diventi, unicamente, l’ennesima forma di pubblicità per l’azienda e un’ulteriore perdita di tempo per i risparmiatori.
Avv. Antonio Cardella – Pres. Unione Nazionale Consumatori TDG