Il Movimento Cinque Stelle ha presentato un ordine del giorno per chiedere a tutti i Comuni della Campania di dichiararsi contrari al disegno di legge regionale per il riordino del servizio idrico integrato. L’ordine del giorno, su proposta del consigliere comunale del pentastellato Ludovico D’Elia, è stato già approvato in giunta e dal NO-Gori-2014

Consiglio comunale di Torre del Greco, votato a maggioranza dall’Assise con l’astensione dei consiglieri del PD. Attraverso l’Odg, si chiede alla Regione di ritirare la legge della giunta De Luca sui servizi idrici in Campania, che non darebbe la possibilità “a tutti i sindaci di decidere direttamente della gestione, dell’affidamento e della programmazione degli interventi sui propri territori”. Per il M5S, “se un ambito unico ci deve essere, il suo ruolo può essere solo di monitoraggio e controllo, e deve garantire la partecipazione dei comitati per l’acqua pubblica”. Il piano di riordino dovrà essere “ispirato alla pubblicizzazione del servizio ed alla partecipazione dei cittadini” e il disegno di legge dovrà prevedere “una modalità d’uscita dalla gestione privata che sia agevole sia sul piano burocratico che economico”. Il Movimento Cinque Stelle chiede, infine, che l’ordine del giorno sia condiviso da tutte le forze politiche presenti nei Consigli dei Comuni campani ed in particolare in quelli della provincia di Napoli e Salerno gestiti da GORI, società di cui l’M5S chiede la liquidazione attraverso un atto presentato in Regione.
“Entro fine mese – ha spiegato il consigliere comunale del M5S di Torre del Greco Ludovico D’Elia – la maggioranza di Vincenzo De Luca in Regione darà il via libera ad un disegno di legge che di fatto cancella la possibilità da parte dei Comuni di intervenire sulle decisioni che verranno prese in merito alla gestione dell’acqua, in direzione diametralmente opposta rispetto a quanto deciso dai cittadini nel referendum del 2011 ed a quanto proclamato in campagna elettorale dallo stesso De Luca e del PD che hanno fatto raccolta di voti su una promessa tradita”.
L’M5S denuncia che il percorso legislativo adottato dalla Regione è stato carente in termini di “informazione, consultazione e partecipazione delle comunità locali. Le audizioni in Commissione Ambiente – prosegue il consigliere D’Elia – si accavallavano e non è stata prevista la presenza dei delegati dei Comuni, tenuti fuori dalle scelta riguardo le forme di gestione. Il ddl punta alla creazione di una cabina di comando per le multinazionali attraverso l’ATO unico regionale EIC, il cui comitato esecutivo, organo non eletto dai cittadini ma dai partiti, sarà chiamato a decidere dell’eventuale messa in liquidazione di GORI che rischia, così, di non avvenire mai”.