Nel centrosinistra, è ancora da definire la candidatura di Luigi Mennella. Nel centrodestra, Ciro Borriello non ha al momento rivali, ma…

Le signore torresi che fanno shopping in Piazzetta sono molto curiose si sapere che cosa avverrà nei prossimi giorni dentro le stanze dove si riunisce il gotha della politica del centrosinistra , il gruppo dirigente che si sta arroventando le cervella per decidere il nome del prossimo candidato alla poltrona di sindaco.
Si aspettavano che la settimana scorsa uscisse finalmente fuori il nome di chi avrebbe conteso la poltrona più importante di Palazzo Baronale a Ciro Borriello, ma così non è stato.
Le signore che sbirciano le bancarelle di via Falanga e via Teatro pensano che al vertice del gruppo del centrosinistra sia in arrivo un temporale (o meglio, una doccia gelata) per Luigi Mennella, l’avvocato perennemente in attesa di essere nominato dal centrosinistra candidato a sindaco, ma che rischia sempre di essere bruciato all’ultimo minuto. Più che il programma a loro interessa capire che cosa è successo in questa settimana, dove si sono riuniti i componenti dei vari partiti che si sono messi all’opposizione di Borriello.
Nelle puntate precedenti di questa lunga telenovela per decidere chi appoggiare alla corsa a sindaco, per il centrosinistra, si è visto il nome dell’ex consigliere della Margherita essere prima caldeggiato, poi raffreddato e di nuovo messo in risalto dalla compagine che ha partecipato alle noiose riunioni pre-elettorali.
Quando tutto sembrava far risolvere per il nome di Mennella ecco i distinguo: prima, in maniera più decisa il Terzo polo, che ha tirato fuori il nome dell’avvocato Gennaro Malinconico (sponsorizzato da Nicola Donadio, anche se, per la verità, sembrerebbe che a Filippo Colantonio non dispiacerebbe del tutto provare a misurasi per la poltrona di sindaco); e dopo, ma in maniera più flebile Sel, che ha tirato fuori dal cilindro il nome del sindacalista della Cgil, Luca Chiusel (quest’ultima potrebbe anche decidere di correre da sola).
Sempre durante l’ultima riunione sono stati fatti altri nomi in alternativa a quello del povero Mennella: quello di Luigi Di Cristo (dirigente del Demanio a Roma e figlio di un noto ristoratore di via Litoranea) e quello di un consigliere dell’attuale consiliatura, divenuto famoso soprattutto per la sua parlantina. Ma per fortuna questi nomi sono subito rientrati a favore del sempre più sconsolato Gigi Mennella. Oramai il suo nome viene tirato in ballo ad ogni nuova riunione. Proprio per questo, a lui (e non solo a lui) sembra che questa cosa qui stia prendendo sempre più il sapore di una minestra riscaldata, ma la speranza, comunque, è sempre l’ultima a morire, anche se, in testa a qualcuno (più precisamente ad Idv e all’Udc), come mormorano alcune massaie a spasso nei vicoletti del centro, sta venendo la voglia di schierare contro l’inossidabile Borriello l’ex commissario prefettizio, Ennio Blasco.
E a proposito di Borriello, dopo la mancata concessione del rito abbreviato condizionato
nella vicenda processuale su presunti favori in materia di abusivismo edilizio (nel quale è imputato per abuso d’ufficio e soppressione di atto pubblico), il suo stato d’animo e la sua voglia di candidarsi non cambiano, come ha ribadito alla sua maggioranza in un noto locale del litorale torrese, mentre mordicchiava un succulento panino. Però qualcuno degli invitati non ha potuto far a meno di notare l’assenza dei consiglieri Giovanni Palomba e Palmerino Di Cristo, nonché l’aria di chi la sa lunga dell’ex vicesindaco Spierto. Comunque, per il momento, Borriello ha ribadito la volontà di scendere in campo, un campo che lo vedrebbe senz’altro favorito, ma che potrebbe rivelarsi minato a causa della possibilità di un rinvio a giudizio nel processo sopraindicato (il Pm è chiamato a decidere il 9 maggio, due giorni dopo il primo turno delle amministrative, ma in mezzo a un possibile ballottaggio). Nel frattempo, però, incassa il ritorno alla sua corte di Rosario Rivieccio e della sua lista Città nuove, che in un primo tempo aveva deciso di partecipare al progetto del Terzo polo; nonché le dimissioni dal Consiglio comunale di uno dei dissidenti che aveva orchestrato di far cadere la sua Giunta: il martuscelliano Gennaro Granata.
Alfonso Ancona

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 21 marzo