Salerno – M5S, Cammarano: “Rifiuti, caos nel Salernitano generato da ritardi piano regionale”

Interrogazione del consigliere regionale. La deputata Bilotti: “Paghiamo totale assenza di programmazione”

“La gestione del ciclo dei rifiuti in provincia di Salerno è uno degli esempi più lampanti dei ritardi, oramai atavici, dell’attuazione della legge e del piano regionale rifiuti urbani, entrambi licenziati dalla giunta De Luca nel 2016. Una rivoluzione rimasta sulla carta da ben quattro anni e che nei fatti non ha prodotto alcun risultato in termini di ciclo integrato, impiantistica, differenziata e costi di gestione. La totale assenza di una pianificazione strutturale definitiva ha comportato una gestione improvvisata da parte dei singoli amministratori, che spesso non tiene conto delle reali esigenze dei territori”. Così il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano, che sulla questione ha presentato un’interrogazione alla giunta regionale. “Una confusione – prosegue Cammarano – alimentata anche dalla mancata approvazione dei piani d’ambito. Basti pensare al progetto dell’impianto di compostaggio a opera dei sindaci di Pontecagnano e Giffoni Valle Piana, che nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto essere al servizio dei Picentini, ma che è poi stato destinato a discarica di rifiuti organici in un territorio che si estende fino a comprendere il comune di Battipaglia. Senza dimenticare – conclude il consigliere regionale M5S – l’impianto privato di rifiuti speciali autorizzato dalla Regione nel comune di Sarno, in barba a una determinazione della Provincia di Salerno sulla pericolosità del sito in questione, oltre che in spregio al carico ambientale provocato dalla concentrazione di impiantistica nello stesso territorio”.



“Da cittadina di Giffoni e della provincia di Salerno – sottolinea la deputata M5S Anna Bilotti – sono preoccupata per la totale assenza di una programmazione che abbia come orizzonte la soluzione definitiva del problema dei rifiuti. Si spostano impianti e criticità da un comune ad un altro, alimentando tensioni sociali di cittadini tenuti sistematicamente all’oscuro di scelte che li riguardano da vicino”.