Napoli – M5S, Ciarambino: “Altro che parte lesa, Franco Alfieri chieda scusa e si dimetta”

La capogruppo regionale: “La sua estraneità all’indagine sulle ambulanze non lo rende esente da una grave responsabilità politica”

“Il mancato coinvolgimento del re delle fritture di pesce Franco Alfieri nell’inchiesta sul carosello di ambulanze per festeggiare la sua vittoria elettorale non lo mette al riparto da responsabilità politiche evidenti. Rispetto a un caso che continua a gettare fango sul comune di Capaccio e sui suoi residenti, Alfieri arriva addirittura a dichiarare il paradosso, sostenendo di essere parte lesa. Se davvero avesse voluto prendere le distanze dalla vergognosa iniziativa di Roberto Squecco, titolare di fatto della Croce azzurra onlus, come mai non ha chiesto immediatamente conto del perché mezzi del soccorso pubblico, piuttosto che essere a disposizione di eventuali emergenze, fossero invece utilizzati per celebrare la sua vittoria elettorale? Perché non ha ancora invocato le dimissioni della moglie di Squecco, eletta in una delle liste a sostegno dello stesso Alfieri, nominata capogruppo per aver raccolto il maggior numero di preferenze, oggi coinvolta a pieno titolo in un’inchiesta che si allarga a macchia d’olio? Perché non si è mai rifiutato di partecipare a iniziative elettorali al Lido Kennedy, pur sapendo che la struttura era riconducibile allo stesso Squecco, all’epoca già condannato tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso?”. Così la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino.
“A prescindere dall’esito dell’inchiesta e di un eventuale processo, la gravissima vicenda delle ambulanze ha già svelato i nomi dei principali sostenitori di Franco Alfieri. Gente che sottrae mezzi salvavita dalla loro naturale destinazione, per invadere piazze e strade nel cuore della notte e a sirene spiegate. Se questi sono i protagonisti del sistema che ha contribuito a eleggere a sindaco di Capaccio il già capo della segreteria politica di De Luca, poi consigliere all’Agricoltura e oggi delegato del governatore al Masterplan per la valorizzazione del litorale Salerno Sud, ha una sola strada per la sua autoassoluzione politica: rassegnare le sue dimissioni e chiedere pubblicamente scusa ai cittadini di Capaccio, gli unici ad essere parte lesa in questa vicenda”.