Ad una settimana dalla lettera di dimissioni presentate dal sindaco Gennaro Malinconico, arriva la risposta (sempre tramite lettera protocollata al Comune) del presidente del consiglio comunale, Gaetano Frulio.
Il presidente del consiglio comunale palesa il suo rammarico per i toni utilizzati dal sindaco dimissionario contro tutti i consiglieri di Palazzo Baronale.

MalinconicoGennaro

Gennaro Malinconico

Di più, chiosa che “la normale dialettica politica prevede che i consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione si contrappongano con fair play istituzionale, al netto di prevedibili momenti di tensione propri di un consesso civico importante come il nostro; a tal proposito non ricordo atti o fatti riferibili ai consiglieri comunali che abbiano in alcun modo leso la dignità sua, della Città e dei suoi rappresentanti”.



La strigliata di Frulio a Malinconico continua chiedendosi “come sia possibile elencare i risultati raggiunti dalla sua amministrazione senza con questo ricordare il sostegno che le è venuto dai banchi della maggioranza per poterli conseguire, o dell’opposizione composta messa in campo dalle minoranze, e questo anche quando, legittimamente, vi erano dubbi e perplessità sulle scelte da compiersi e sulle modalità con cui tali scelte venivano proposte”.

E con un passaggio azzera, o quasi i (pochi) meriti di questa amministrazione, dandone merito, invece, alla sindaca tura Borriello. “A tal riguardo – scrive -, oltre a complimentarmi per quanto fatto, anche se alcuni degli obiettivi raggiunti sono, come spesso accade, il completamento di un (troppo) lungo lavoro ereditato da chi ci ha preceduto, ricordo che in più occasioni le è stato chiesto di accelerare su argomenti di più immediato impatto sulla città, ma la risposta è stata assolutamente insoddisfacente”.

La ramanzina di Frulio continua sul tempo perso per colpa dei continui tentennamenti del sindaco dimissionario. “le sue dimissioni – afferma – hanno sottratto alla città oltre 70 giorni di azione amministrativa”.

E: “In questo modo ha inevitabilmente indebolito se stesso ed il suo governo cittadino, rendendo inoltre sempre più tesi i rapporti con la cittadinanza la quale, pur riconoscendole quale suo miglior pregio, l’onestà, non ha esitato a definirla come il peggior sindaco sin qui avuto”.