Torre del Greco – Oggi cade il secondo anniversario dell’insediamento di Giovanni Palomba a sindaco di Torre del Greco.

Ripercorriamo insieme questi due anni intrisi di polemiche, inchieste, scandali e tragedie.

VOTO DI SCAMBIO



In contemporanea, anzi in anticipo al suo insediamento, scoppia lo scandalo del presunto voto di scambio, che coinvolge candidati consiglieri appartenenti la sua coalizione e arriva persino a toccare lo stesso Giovanni Palomba, che viene chiamato in ballo da un pentito e lo addita come uno dei protagonisti dell’acquisto dei voti.

La Procura oplontina segue due strade: in primis, la presunta compravendita di voti che alcuni candidati avrebbero avviato per intascare preferenze. Un’inchiesta che si è allargata a seguito di un video pubblicato in rete dal quotidiano Fanpage.it e che ha fatto trasparire chiaro e tondo una presunta ricompensa di denaro in cambio di voti e preferenze certificate da fotografie su cellulari.
Poi, l’assegnazione di circa una cinquantina di posti nella nettezza urbana a persone che avrebbero potuto agevolare e smuovere grandi quantitativi di preferenze.
Sotto i riflettori della Procura di Torre Annunziata finiscono vari indagati. Tra questi spiccano tre nomi di rilievo, noti in città ed al panorama politico locale: Stefano Abilitato, mister 927 preferenze, con il suo sponsor politico Simone Onofrio Magliacano, già assessore della prima giunta Borriello. Entrambi finiranno in prigione. Chi invece, sarà oggetto di divieto di dimora è il consigliere comunale Ciro Piccirillo, sostituito in consiglio comunale da Maria Orlando.

CORRUZZIONE, TURBATIVA D’ASTA E ABUSO D’UFFICIO

Il 20 maggio 2019 ci sono 15 avvisi di garanzia per politici, dipendenti comunali, imprenditori e faccendieri.

A firmare l’ordinanza fu il pm del Tribunale di Torre Annunziata, Giuliana Moccia.

Le persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla turbativa d’asta e all’abuso di ufficio per aggiudicarsi le gare d’appalto del Comune di Torre del Greco furono dieci. Ci sono l’ex vice sindaco della giunta guidata allora da Ciro Borriello, Donato Capone, gli ex consiglieri comunali Ferdinando Guarino e Salvatore Antifono  (entrambi oggi supportano il governo cittadino di Giovanni Palomba. Il primo con la figlia che siede in consiglio comunale e il secondo riferimento della lista La Svolta, stessa lista di appartenenza di Ciro Piccirillo, indagato nell’inchiesta di cui abbiamo scritto sopra). Poi, ci sono anche dipendenti comunali, liberi professionisti e imprenditori: Giovanni Battista Cimmino, Antonino De Dilectis, Carmela e Maddalena Lombardo, Raimondo Savastano, Ciro Vaccaro e Luigi Accardo.

Accusati invece di turbativa d’asta, l’ex assessore ai Lavori Pubblici, Vincenzo Sannino  (il quale era al suo quarto avviso di garanzia in meno di un anno) che all’epoca dei fatti era dirigente del settore Urbanistica al Comune e non ricopriva incarichi politici (di lì a poco a questo nuovo caso si sarebbe dimesso da assessore); il funzionario del Comune Salvatore Loffredo e suo figlio Alessandro, e gli imprenditori Rosario Maisto e Gabriele Perillo,

CRISI RIFIUTI

Nell’estate del 2019 ci fu lo scoppio di quella che, poi, sarebbe divenuta una costante della sindacatura Palomba e che, anche oggi, ritroviamo: la crisi dei rifiuti. Le ormai ex isole ecologiche erano piene di rifiuti, fino ad impedire l’ingresso in esse. E’ di quell’estate una battuta che, negli annali politici, sarà ricordata tra le più infelici espresse da un primo cittadino. Davanti ai microfoni della trasmissione Mediaset Striscia la Notizia, per giustificarsi, Palomba affermò che quell’intasamento di rifiuti era responsabilità del popolo torrese che, per lui, mangiava troppo.

ABUSO EDILIZIO IN UNA PROPRIETA’ DELLA FAMIGLIA PALOMBA

Nella primavera del 2019 arriva esposto all’Arma dei carabinieri su presunti interventi fuorilegge realizzati presso due palazzi in via Cavallo di proprietà della Pa.Di. La Pa.Dì risulterà , poi, amministrata dalla sorella del sindaco, ma la cosa che insospettisce gli inquirenti è che, fino a poco prima, l’amministratore della società risultava essere lo stesso primo cittadino.

I militari dell’Arma, insieme a due tecnici del Comune, predispongono una relazione, dalla quale risulta che venti appartamenti di un fabbricato sarebbero stati trasformati in abitazioni senza il regolare cambio di destinazione d’uso da uffici privati. Riscontrati, poi, diversi interventi non autorizzati, come l’apertura di nuove finestre e nuove porte. A chiudere l’elenco di contestazione per il primo fabbricato, la realizzazione di tre balconi con parapetti in muratura rifiniti con ornia in terracotta e la chiusura al piano seminterrato della scala esterna in acciaio con un muro completo di porta in ferro e finestra con grata in ferro. Non sono mancati, inoltre, abusi edilizi all’interno del dell’altro fabbricato: scoperto un cambio di destinazione d’uso da attività culturale a civile abitazione, nonché qualche anomalia relativa alle porte d’accesso alle aule dell’edificio scolastico (infatti il piano terra è occupato da una scuola media superiore. Solo il tempo ci dirà se questi stabili oggetto di verifiche dovranno essere abbattuti o meno.

EMERGENZA CORONAVIRUS

A marzo di quest’anno, poi, scoppia l’emergenza Coronavirus. Torre del Greco è colpita da numerosi casi e tante le vittime. L’amministrazione Palomba si trova a fronteggiare una tragedia dalla portata biblica. Non sempre le scelta fatte da Palomba e la sua squadra dio governo sono state recepite ed ascoltate dalla popolazione. Adesso, ci troviamo in quella fase che ci spinge verso la normalità, ma in autunno, come dicono gli esperti, potrebbe tornare una impennata dei casi in città.