Roma – Al contrario di come la pensa il leader di Fdi, Giorgia Meloni, e cioè che “prima si scrive il Decreto e poi lo si comunica”, Giuseppe Conte, dopo quasi 24 ore dall’annuncio, firma il decreto. Decreto che, come raccontano, è nato sotto le pressioni di Confindustria e del concetto del “non si può chiudere tutto”. Sui social, ma soprattutto dai territori più colpiti c’è molta amarezza per le poche chiusure lavorative messe in attoi dal Governo. Dai sindacati arriva la minaccia dello sciopero generale.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm che dispone nuove misure restrittive per l’emergenza coronavirus.

La validità dei Dpcm e delle ordinanze finora emanate viene uniformata al 3 aprile. E’ quanto prevede il Dpcm varato dal governo con le nuove restrizioni. “Le disposizioni del decreto producono effetto dalla data del 23/3/20 e sono efficaci fino al 3/4/20. Le stesse si applicano, cumulativamente a quelle di cui al decreto del Presidente del Consiglio 11/3/20 nonché a quelle previste dall’ordinanza del ministro della Salute del 20/3/20 i cui termini di efficacia, già fissati al 25 marzo 2020, sono entrambi prorogati al 3 aprile 2020”, si legge nel testo.



“Riteniamo inadeguato rispetto a questo obiettivo il contenuto del decreto e inaccettabile il metodo a cui si è giunti alla sua definizione”. E’ quanto affermano in un comunicato unitario Cgil, Cisl e Uil evidenziando che i sindacati “in questa fase difficile del Paese, hanno rappresentato sempre la necessità di mettere al primo posto la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici” e con il protocollo ha sollecitato “il Governo a sospendere tutte le attività non essenziali rispondendo così alla necessità di contenimento del contagio”.

Al governo arriva però il monito sulle ‘esigenze prioritarie
delle imprese’. Il presidente di Confindustria Boccia scrive a
Conte per chiedere ad esempio di ‘consentire la prosecuzione di
attività funzionali alla continuità di quelle ritenute
essenziali’. Segnala inoltre ‘i necessari provvedimenti per
l’operatività della Borsa e del mercato finanziario per evitare
impatti negativi sulle società quotate’.

E’ di 80 voci l’elenco delle attività che continueranno a rimanere aperte dopo la nuova stretta per contenere l’epidemia del Coronavirus. L’allegato al Dpcm precisa che continueranno a essere consentita anche attività legate alle famiglie, dalle colf e badanti conviventi ai portieri nei condomini. Resteranno in funzione l’intera filiera alimentare per bevande e cibo, quella dei dispositivi medico-sanitari e della farmaceutica e, tra i servizi, quelli dei call center. La lista potrà essere aggiornata con decreto del Mise sentito il Mef.

“È fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati dal comune in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; conseguentemente all’articolo 1 comma 1 lettera a) del dpcm 8 marzo 2020 le parole “. E’ consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza” sono soppresse”.

“Le imprese le cui attività sono sospese per effetto del presente decreto completano le attività necessarie alla sospensione entro il 25 marzo 2020, compresa la spedizione della merce in giacenza”. Le attività che, con il provvedimento, vengono sospese, “possono comunque proseguire se organizzate in modalità a distanza o lavoro agile”. “Le imprese le cui attività non sono sospese rispettano i contenuti del protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus covid-19 negli ambienti di lavoro sottoscritto il 14 marzo 2020 fra il Governo e le parti sociali”.

Le attività professionali non saranno sospese per le prossime due settimane. Lo prevede il Dpcm con le nuove restrizioni per contenere il Coronavirus. Nell’elenco compaiono, tra l’altro, le attività legali e contabili oltre a quelle finanziarie e assicurative, ma anche gli studi di architetti e ingegneri. Attiva anche l’intera filiera della stampa, dalla carta al commercio all’ingrosso di libri, riviste e giornali fino ai servizi di informazione e comunicazione