teatro d’Innovazione – Cittร di Portici
Continuano gli appuntamenti della stagione teatrale 2007/2008 all’Ex Cinema Capitol di Portici. Sabato 26 e domenica 27 si terrà lo spettacolo “Il diavolo è donna” di e con Cinzia Mirabella, che va a sostituire “Gugliemo el Pesado tornava dalla guerra” di Antonella Monetti. Le rappresentazioni si terranno sabato alle ore 21 e domenica alle ore 18.
Lo spettacolo è un viaggio introspettivo nell’enigmatico mondo femminile che passa attraverso le varie epoche storiche. Il filo conduttore è il pensiero cosmico delle donne attraverso il quale si scoprono diversi personaggi. Elisabetta I (Londra 1595), mortifica la propria femminilità, poiché vuole rimanere fedele al regno e alla corona, e per la prima volta in vita sua, si lascia andare in un discorso dalle tinte forti, sfiorando spesso la sovversione e lasciando intravedere un percorso decisamente di democratizzazione all’interno del quale auspica che qualcuno si riconosca, ma che purtroppo data l’epoca, sembra essere impensabile. Guesualda (Torre del Greco 1870), molto devota a Gesù, attraverso il suo falso bigottismo, quello più bieco dove c’è spazio solo per i giochi di potere tra la sempre crescente borghesia e lo Stato Pontificio, da sfogo ai più perversi appetiti lussuriosi. Poi c’è Domenica (Firenze1929) che rappresenta ancora uno sbiadito simbolo, di quella cultura contadina falsamente apprezzata durante il ventennio fascista, vittima lei stessa dei pregiudizi di un paese che di lì a poco insieme a tutta la nazione avrebbe avuto il suo clamoroso tracollo. Veronica (Napoli 2000) invece, si identifica nell’ io fatto di pulsioni irrinunciabili, la cui disfunzione è fonte del proprio squilibrio o del proprio disagio e sullo sfondo di una società che sta cambiando troppo in fretta, mette in atto la sua piccola rivoluzione personale e sessuale. Sly (Londra1975), nonostante veicoli un messaggio di invidia nei confronti del maschio, non si connota di femminismo, ma rimane fedele al suo ruolo di donna instabile e confusa. Infine, Antonietta (Bari 1950) vittima come tante di una realtà di coppia paurosamente violenta raccontata con toni forti e con una reattività tipicamente popolaresca.