Con la speranza di uscirne presto, l’ambizione di esporre le opere dal vivo e la certezza che sarà un successo.
Ecco l’elenco degli artisti in mostra:
Pinella Imbesi, Davide Cocozza, Karen Thomas, Maria Basile, Pamela Stracci, Saverio Scutellà, Luisa Pietrangeli, Fabio Zanda, Stefania Inglese, Laura Guspini, Simona Manni, Daniela Bendoni, Francesco Zero, Adriano Segarelli, Lubka Cibulovà, Francesca Tarantino, Francesca Malatesta, Giada Filippucci, Sofo Berd, Cristoforo Russo (autore del quadro postato nell’articolo dal titolo” Karaoke in quarantena” ndr), Rita Ioannacci, Giusy Domenici, Monika Koisor, Elena Ostraya, Claudia Sferrazza, Loredana Sala, Ama Deus, Francesca Savi, Barbara Bonanni, Lucia Serra, Laura Guspini, Maio Berardino, John Falavigna, Cristina Longoni, Rosasana De Fazio, Christine Ames, Anna Carletti, Renata Tucunduva, Stefano Donato, Doris Lisa Confortin, Mauro Di Bernardino, Alfredo Tamutoli, Helene Maris, Armenia Santucci, Antonella Pirozzi, Manuela Merlo, Stefania Simanschi, Lamanfrina, Xenia Miranda, Anna Tonelli, Loredana Giannotti, Lia di Domenico, Maridelia Marico, Francesca Morrlacchi, Elisa Azzena, Bellomia Simone, Ciro de Riso, Roberto Guccione, Ray Piscopo, Angelica Lostaunau, Roberto Rossetti, Francesco Scandola, Valentina Pinna, Fernando D’Ospina, Letizia Cucciarelli, Luigi Rizzo; Giovanni Boccia, Francesca Morlacchi, Antonio Caramia, Mariangela Ta, Sonia Orsini, Paola Vincenti, Silvana Frivoli, Aldo Palma, Raoul Blu, Patrizia Occhigrossi, Matteo Pelliccione, Angiolina Marchese, Bianca Pistol, Luana Celli, Paolo Braccini, Maria Antonietta Celeste.
Scopo dell’iniziativa è coinvolgere ed avvicinare gli artisti, in un momento catartico nel quale la distanza è veicolo di avvicinamento tra persone, unite dal bisogno di una rinascita ossia una ri-evoluzione etica, morale e culturale a livello planetario. L’imperativo è rimettere in circolo tutte le energie vitali smorzate da una nomenclatura di pensiero sorretta da disabilità di ragionamento, non conformi alla natura umana.
“La quarantena- afferma Luigi Rosa art director ed ideatore della mostra virtuale- ha fatto sentire la nostalgia del contatto e la mostra ha proprio questo obiettivo riunire voci, mani, menti e corpi nella distanza perché non ci fermiamo neanche da casa e l’arte mette le ali. Mai come oggi possiamo sperimentare che i rapporti veri sono unioni di anime e non vanità di foto fatte per strappare un like. Nell’epoca della comunicazione massiva, l’arte torna ad assumere un ruolo centrale tra le componenti della società. L’arte può aiutarci a disegnare un mondo nuovo da questa esplosione di certezze, per superare la crisi e rinnovarci come essere umani”. Grazie al web e al profilo instagram https://instagram.com/ioguardodacasa?igshid=n1rxbedf1yu9 gli artisti potranno incontrarsi come in un tempo sospeso tra virtuale e reale, e far sentire la grande e universale voce dell’arte a sostegno dell’uomo in difficoltà, alla ricerca di nuovi punti di riferimento. Questa reclusione forzata dispone gli animi a svegliarsi dal torpore di una vita apparente, ad uscire dai nostri recinti virtuali. Ora che passeggiare e fare attività all’aperto, come abbracciarsi e stringersi la mano, è proibito, a mancare è la sensazione di gioia di un pomeriggio trascorso a vedere il sole tuffarsi nell’orizzonte, seguendo il profilo di una nuvola con un dito.
A Luigi Rosa art director abbiamo chiesto come nasce la mostra “Io sto a casa, io guardo da casa”: “ Per mesi ho seguito l’istinto attratto dalla poesia raccontate dalle tele dei pittori e così ho iniziato la mia avventura con la Galleria. Poi un giorno è arrivato il Covid e su tutto si è addensata un’ombra di disperazione, malattia e paura del domani. Come tanti altri abbiamo dovuto chiudere la galleria perché l’arte in tempi di pandemia non è una priorità di necessità, crea assembramento eppure io penso sia uno dei motori nei quali pulsa la vita, vera presunta inventata, ogni volta diversa mai uguale a se stessa. Ai bollettini di una guerra combattuta nelle trincee degli ospedali, al dolore per la perdita di intere generazioni, ho riflettuto sulla mia condizione e sul futuro prossimo e in quel buio dei pensieri ho pensato alle tele, agli amici artisti pittori e scultori. Così li ho chiamati e gli ho detto facciamo una pagina e pubblichiamo le opere, il web ha tanti pareti libere per diffondere un messaggio di speranza e così nasce “IO RESTO A CASA, IO GUARDO DA CASA“.
Che sviluppi si aspetta da questa mostra?: “ Il mondo come lo abbiamo finora conosciuto è sull’orlo del precipizio, tutto da ridiscutere a partire dai rapporti sociali ed interpersonali per i quali è stato imposto il distanziamento sociale come unica arma contro il contagio. In una società di individui soli la quarantena ha fatto sentire la nostalgia del contatto e la mostra ha proprio questo obiettivo riunire voci, mani, menti e corpi nella distanza perché non ci fermiamo neanche da casa e l’arte mette le ali. Mai come oggi possiamo sperimentare che i rapporti veri sono unioni di anime e non vanità di foto fatte per strappare un like. Nell’epoca della comunicazione massiva, l’arte torna ad assumere un ruolo centrale tra le componenti della società. L’arte può aiutarci a disegnare un mondo nuovo da questa esplosione di certezze, per superare la crisi e rinnovarci come essere umani”.