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L’ospedale Maresca non deve morire: è questo il senso delle parole più pronunciate a destra e a manca negli ultimi giorni per le vie di Torre del Greco. A dirle sono politici, sia quelli di destra che di centro o di sinistra, cittadini, attivisti e membri della società civile e delle organizzazioni. Il coro di slogan, soprattutto quelli provenienti dal mondo della politica locale e regionale, è sempre più forte ed incisivo. Rimbomba per le vie cittadine e sulla bocca di grandi e piccini. La discussione prende piede sempre più, complici anche tutti gli incontri ed i tavoli di discussione che si stanno tenendo di recente. Alcuni di questi incontri sono forse effettivamente utili, altri invece si presentano chiaramente come specchietti per le allodole volti a dimostrare di “stare sull’argomento”.
Noi del La Torre ci uniamo a questo coro unanime, apprezziamo la volontà di tutti gli interessati, ma ragioniamo ed andiamo anche oltre: l’ospedale Maresca non solo non deve morire ma deve essere anche e soprattutto ben potenziato. Deve, in altre parole, essere messo in condizione di essere una struttura migliore e in grado di prestare un valido ed efficiente servizio all’utenza.
Ma non è tutto: presso la struttura ospedaliera di via Montedoro dovrebbero tornare il reparto di ostetricia e quello di otorinolaringoiatra.
Infatti non tutti sanno che il reparto di ostetricia più vicino è stato dislocato presso l’ospedale Sant’Anna di Boscoreale: le partorienti devono quindi recarsi nel comune distante qualche chilometro e imparare una strada alquanto tortuosa per essere lì assistite con la ovvia conseguenza che, se non nelle cliniche private a pagamento, a Torre del Greco nessun bambino nasce più e nessun neonato potrà vantare di avere, anche sui documenti, la città del corallo come città d’orgine,
Del resto il reparto di ostetricia, quando era presso l’ospedale Agostino Maresca, era considerata un’eccellenza. Così come lo era quello di otorinolaringoiatra che si è sempre distinto per efficienza e garanzia.
Intanto, sui tavoli di discussione politica si pensa solo a propagandare che la struttura non chiuderà i battenti. I cittadini sono stanchi degli slogan e delle promesse che vengono mantenute per dare fumo negli occhi: a pensarlo sono i cittadini attenti, quelli che vivono il territorio e si servono dei servizi pubblici locali. I cittadini vogliono fatti concreti e non “contentini”.
Sul Maresca, inoltre, se ne sono sentite tante: dal consiglio comunale tanto annunciato dal sindaco Borriello presso la struttura di via Montedoro (che poi non si è tenuto in quella sede), ai battibecchi in aula di Palazzo Baronale, ai video dei politici, alle tavole rotonde.
Sì, la struttura alle falde del Vesuvio non chiude: ma così com’è non può restare. Il Maresca copre un bacino d’utenza troppo ampio e vasto per essere relegato alla sua sola apertura: occorre potenziarlo in modo che gli utenti dei comuni che raccoglie, perché al Maresca si rivolgono anche numerosi altri territori, possano trovare apparecchiature e reparti d’eccellenza.
La buona politica si faccia avanti, se esiste, e dia risposte concrete alla cittadinanza che non può e non vuole, né deve, accontentarsi di frasi ad effetto utili solo ad allargare il bacino di voti.
Antonio Civitillo

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 9 marzo 2016