Malinconico chiama a raccolta deputati e senatori del territorio, D’Amora buca l’incontro tra il finto sgomento dei presenti

Dopo mesi di silenzio ripiomba l’attenzione attorno alla vertenza legata al declassamento dell’ospedale Maresca. Più che dagli incontri istituzionali, l’annosa emergenza sanitaria in realtà riesplode in seguito al dramma di Tommasina De Laurentiis, la 25enne giovane mamma di Torre Annunziata morta durante un intervento alla colecisti eseguito da Roberto Palomba, medico primario di quel mostro bifronte chiamato reparto di chirurgia che si snoda tra Via Montedoro e la ‘vicina’ Boscotrecase. Una triste vicenda cui hanno fatto seguito alcuni provvedimenti giudiziari della Procura a carico dello stesso Palomba e del suo staff medico.
Una situazione di alta tensione e di forte precarietà che ha acceso la miccia e diffuso la paura tra i pochi camici bianchi rimasti al Maresca che, con una serie di richieste scritte a tutte la autorità competenti, hanno denunciato l’assoluta precarietà delle condizioni lavorative in cui sono costretti ad operare. Proprio la morte di Tommasina De Laurentiis, assieme all’aut aut lanciato (forse un po’ tardi?) dai medici, ha probabilmente punto nel fianco il rientrante sindaco Gennaro Malinconico, i cui squilli di tromba indirizzati a tutte le forze partitiche presenti sul territorio si sono ridotti in una santa inquisizione al preannunciato assente Maurizio D’Amora, direttore generale dell’Asl NA3Sud e contestata controparte di chi si batte per l’attuazione della delibera 830 che assicurerebbe al Maresca di Torre del Greco 134 posti letto.
Di certo, il j’accuse lanciato da deputati e senatori torresi nei riguardi di D’Amora non aggiunge e non toglie nulla alla vertenza Maresca, assumendo i contorni di una commedia all’italiana vista la già risaputa assenza del direttore generale vicino all’Udc (area Som- mese) e i piuttosto scontati interventi degli onorevoli presenti. Molti dei quali, è doveroso ribadirlo, rivestono già da anni importanti incarichi parlamentari (vedi Formisano e Bossa), sono ai vertici delle segreterie regionali dei propri partiti (Arturo Scotto di Sel, firmatario anche di una recentissima interrogazione parlamentare indirizzata ad un governo che ancora non esiste) o avrebbero già in passato potuto fare qualcosa a favore del Maresca (vedi Enzo Cuomo, carta che tentò di giocarsi già qualche anno fa l’attuale presidente del consiglio comunale torrese Filippo Colantonio).
Sicuramente, pare essere molto più efficace in questa fase il forte pressing degli operatori sanitari, scottati dalle tragedie consumatesi al Sant’Anna di Boscotrecase e stanchi della grave carenza di personale e mezzi. Un’empasse di fronte alla quale Gennaro Malinconico speriamo possa reagire mettendo da parte l’intero kit della fredda burocrazia – fax, inviti a presentare interrogazioni parlamentari, lettere da indirizzare a politici vari e tutto quanto si è già rivelato fallimentare ed inutile per garantire una dignitosa assistenza sanitaria – per vestire realmente i panni di tutore della salute pubblica, asfissiando e pressando quotidianamente Regione e Asl assieme a tutto il consiglio comunale, affinché si prenda una decisione chiara sul futuro del Maresca e sul destino degli ‘Ospedali Riuniti del Golfo Vesuviano’.
Nino Aromino

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 10 aprile 2013