Dalla provincia di Napoli estendevano i propri tentacoli in Calabria, Emilia Romagna e anche in Spagna i quattro gruppi criminali dediti al traffico e allo spaccio di droga sgominati dal Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Napoli e dalla Dda ( i pm Ivana Fulco e Valentina Sincero e il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno) che hanno eseguito oggi 16 arresti.

I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione a fine di spaccio di droga, sequestro di persona a scopo di estorsione, procurata inosservanza di pena.



Dalle indagini, condotte dai finanzieri della Sezione G.O.A. del Gruppo di Investigazione sulla criminalità organizzata e dal SCICO, è emerso che i trafficanti importavano per lo più, hashish e cocaina come dimostrano i sequestri finora eseguiti: oltre 300 chili di hashish, 36 di cocaina e oltre 400mila euro in contanti.
Il sequestro di persona a scopo di estorsione contestato dagli inquirenti riguarda uno degli arrestati a cui vennero prelevati moglie e fratello per costringerlo a saldare un debito di 7.700 euro per forniture di droga non pagate.

Il primo dei quattro gruppi criminali dediti al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, sgominati dalla Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli era operativo nel territorio di Napoli e provincia ma aveva ramificazioni anche a Crotone.

Era capeggiato da uno degli indagati che è accusato di essersi occupato della commercializzazione all’ingrosso di partite di stupefacenti in favore di clienti non solo campani ma anche calabresi utilizzando dei corrieri.

Il secondo gruppo, operativo a Napoli e provincia e con ramificazioni in altre Regioni italiane (in particolare, l’Emilia-Romagna) si occupava invece della distribuzione delle partite di stupefacente che forniva anche al primo sodalizio.

Il terzo gruppo importava la droga dalla Spagna per poi trasferirla soprattutto al mercato irpino. Il quarto e ultimo gruppo sgominati dai finanzieri aveva installato la base operativa a Giugliano in Campania, hinterland a nord di Napoli da dove commercializzava il narcotico, in particolare, in favore di un altro gruppo criminale che opera nei paesi vesuviani.