Diverse le eccellenze nella cittadina torrese: inquadriamone meriti, crepe e riscontro sociale

(a) Torre del Greco – Ogni torrese porta con sé un’influenza ellenica, l’invasione dei saraceni, la reggenza svevo-normanna, il dominio borbonico. In pratica: oltre mille anni di storia del nostro territorio. Un passato così stratificato, e che dovrebbe essere la ricchezza del popolo torrese, gli si è invece rivoltato contro imprimendo sudditanza e individualismo. Per questo, storicamente, i comuni del nord-Europa hanno da sempre tradizioni associazionistico-federali più forti delle nostre. Il retroterra vesuviano è quanto mai fertile e dà frutta in ogni stagione e di tutte le specie conosciute e promettenti floricolture. La pesca marittima, sia per la cattura del pesce sia per la raccolta del corallo, con tutto il suo indotto, è l’altro dato fondamentale dell’economia di Torre.
Calafati, maestri d’ascia, segantini sono ancora oggi figure lustre dei rinomati cantieri navali torresi. Il rapporto tra uomo e mare sembra essere un aspetto determinante nell’acquisizione di particolari modelli di comportamento e di organizzazione familiare che ha delle ripercussioni nelle relazioni e nell’organizzazione sociale. Torre del Greco non ha mai avuto vocazione industriale. Il tessuto imprenditoriale torrese va ad incidere rofondamente su uno dei principali elementi di debolezza del sistema di sviluppo attuale: l’individualismo estremo, l’incapacità di cooperazione, l’assenza di linee di comunicazione tra l’apparato istituzionale e quello aziendale, oltre che all’interno di ciascuno dei sistemi predetti. Pur rappresentando una forza economica di tutto rispetto, gli imprenditori torresi, e il riferimento è a tutte le nostre eccellenze sine discrimĭne, non sono né associati né consorziati, in assoluta coerenza con l’indole di un popolo individualista e poco incline al supporto collaborativo. Riscopriamo da dove veniamo.
Simone Ascione
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 17 febbraio 2010 pag 3