Sanità

(a) Torre del Greco – Diversi presidenti di associazioni sanitarie territoriali lo hanno definito “un commissario edotto e solidale sulle problematiche di natura finanziaria e non solo che stanno interessando dipendenti e cittadini alla voce sanità”. Si erano fatte tante promesse, presi impegni politici: misure finanziarie ad hoc per tutelare le strutture convenzionate avrebbero dovuto risanare il comparto. Tutto questo è andato a farsi friggere. La mattina del 5 ottobre le agenzie aprono con dichiarazioni risonanti a firma del subcommissario regionale alla Sanità, Giuseppe Zuccatelli: “Qui non si riesce a far nulla, in Campania non si può lavorare. Sono giunto all’esasperazione per la lentezza e la difficoltà della struttura commissariale. La scelta di piazzare un presidente di Regione a commissario non funziona”. Le dimissioni di Zuccatelli arrivano a un passo dall’approvazione del piano di rientro dal debito sanitario. Il piano ospedaliero Caldoro-Zuccatelli subisce
una brusca frenata. Un incidente di percorso che dilungherà oltremodo i tempi per una risoluzione finanziario-
gestionale del settore. Una situazione che, si spera, non comporti la paralisi totale della Regione. Una riorganizzazione programmata della rete ospedaliera che, nel caso specifico del Maresca, intende riconvertire il presidio in mero polo riabilitativo. “Il nosocomio torrese non chiude –recita un comunicato dell’Asl Napoli 3–
cambierà pelle e sarà chiamato a rispondere ai bisogni espressi dal territorio in termini di riabilitazione e lungodegenza. Si tratta, nell’ottica delle scelte regionali, di una riqualificazione dell’offerta sanitaria che punta a un sostanziale riequilibrio tra posti letto per acuti e quelli di riabilitazione e il contestuale potenziamento dell’ambulatorialità in modo da ridurre il numero degli accessi impropri nella rete ospedaliera e, contemporaneamente, garantire maggiori eccellenze”. Attestazioni che mal si rapportano al senso di regresso vissuto dai torresi e da tutti i potenziali utenti per le sorti del loro ospedale.
Simone Ascione
 
 
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 13 ottobre 2010