Gli obbligazionisti Deiulemar si preparano all’atto finale del processo contro i soci della Deiulemar compagnia di navigazione Srl, per il crac della società armatrice. Un crac plurimilionario quello della Deiulemar compagnia di navigazione, la società armatoriale nella quale quasi 13mila risparmiatori hanno investito oltre 720 milioni di euro. Il processo in corso a Roma, presso la quarta sezione penale del Tribunale di Roma (giudice Laura Di Girolamo), è allestito contro Angelo Della Gatta, Maria Luigia Lembo, Giovanna Iuliano, Giuseppe Lembo, Leonardo Lembo, Lucia Boccia, Pasquale Della Gatta e Micaela Della Gatta: tutti chiamati a rispondere dei molteplici capi di imputazione loro contestati. In questi giorni, Torre del Greco è inondata di manifesti firmati dal gruppo di obbligazionisti “Legalità e Trasparenza”, nei quali si raccomanda “a tutti gli obbligazionisti di essere presenti in aula”. La speranza che gli armatori verranno condannati è altissima, tant’è che sono sicuri che “la condanna si ripercuoterà in sede civile”, in modo da avere “il massimo rimborso” dei soldi investiti. Poi, un’esortazione finale: “Uniti si vince”.
Lunedì 17 marzo, ci sarà la requisitoria del Pubblico ministero, Paolo D’Ovidio. Interverranno anche gli avvocati dell’accusa e tra gli altri saranno presenti, l’avvocato della Curatela, Davide Sangiorgio e il vicepresidente nazionale dell’Adusbef, Antonio Tanza. Per sentire gli avvocati dell’accusa è stata fissata anche la data di mercoledì 19. Mentre venerdì 21 è dedicato alla difesa. Parleranno gli avvocati Alfonso Maria Stile e Ciro Sepe in difesa della componente della famiglia Della Gatta. Moglie e figlia del capitano Iuliano, invece, sono difesi dagli avvocati Gennaro Imbò, Fabio Salvi e Vincenzo Siniscalchi. Mentre a difendere le sorti dell’armatore Lembo ci sarà l’avvocato Eugenio Cricrì.
Il giorno 23 maggio si dovrebbe leggere in aula il dispositivo della sentenza. Una sentenza che migliaia di risparmiatori aspettano con impazienza dal giorno in cui hanno scoperto che le cedole delle obbligazioni in loro possesso erano diventate “carta straccia”.