Acerra – Ex poliziotto non vedente preso di mira da una banda di ragazzini che gli sparano addosso con pistole ad aria. È accaduto ad Acerra (Napoli), dove Giacomo P., ex poliziotto che negli anni scorsi fu vittima, durante il servizio, di un incidente che gli fece perdere la vista, l’altra sera è stato preso di mira.

Era sceso in strada con il proprio cane per gettare la spazzatura quando è stato raggiunto da alcuni ragazzi in monopattino elettrico che gli hanno sparato contro con pistole ad aria compressa, per poi sbeffeggiarlo quando l’ex poliziotto ha chiesto loro di smettere. L’accaduto è stato denunciato al locale commissariato di polizia, i cui uomini sono al lavoro per risalire all’identità dei ragazzi, alcuni dei quali sono stati intravisti dalla moglie dell’ex poliziotto.

Dura la reazione dell’Unione Italiana ciechi, che ha denunciato l’accaduto anche al consigliere regionale campano di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli. “Giacomo ha chiesto ai ragazzini di smettere – ha spiegato Giuseppe Fornaro, consigliere regionale dell’Uic – rilevando la sua condizione di non vedente, ma loro hanno continuato a girargli intorno con i monopattini elettrici e a sparargli. Giacomo ha urlato per chiedere aiuto ma nessuno è intervenuto, neanche una persona si è affacciata al balcone per vedere cosa stesse succedendo, è questa la cosa più grave, la totale indifferenza”.



Secondo Borrelli “urge un piano di rieducazione per genitori e ragazzi, la situazione degenera giorno dopo giorno”.
“L’arroganza, la viltà e la prepotenza di alcuni ragazzini allo sbando non si ferma neanche davanti a persone diversamente abili – ha aggiunto – Ci auguriamo che questi piccoli delinquenti siano al più presto identificati e puniti in modo severo anche se sono dei minori. Fanno i bulli con i più deboli in perfetto stile gomorrista. Ovviamente la responsabilità del loro gesto deve ripercuotersi anche sui genitori, che evidentemente non sono stati in grado di impartire la giusta educazione e di insegnare il rispetto per il prossimo ai propri figli, per questo chiediamo l’intervento dell’assistenza sociale”. (fonte ANSA)