Il popolo torrese è sdegnato nei confronti di chi ha commesso atti vili contro il defunto Capitano

Molti in città provano sdegno e sconcerto per quanto è accaduto alle esequie del Capitano Iuliano, deceduto mercoledì scorso intorno alle 8 del mattino, stroncato da un infarto, nella sua abitazione proprio mentre gli uomini della Guardia di Finanza davano esecuzione ad una perquisizione della sua casa.
Giovedi scorso, in forma strettamente privata, si sono tenute le esequie del Comandante Michele Iuliano, ex Ad della Deiulemar Compagnia di Navigazione Spa dichiarata fallita la settimana scorsa dal Tribunale di Torre Annunziata. La salma è stata trasferita dalla sua casa in via Tironi direttamente al cimitero torrese.
Durante il breve viaggio al camposanto, si è verificato un episodio a dir poco spiacevole: un uomo di 79 anni, dopo avere insultato la salma dell’oramai defunto Michele Iuliano, ha sputato diverse volte contro il feretro del Capitano, questo l’appellativo col quale era noto a Torre del Greco da oltre 40 anni. L’uomo è stato immediatamente fermato dagli agenti del Commissariato locale che in borghese seguivano il funerale, allontanato ed accompagnato negli uffici della Polizia dove poi è stato denunciato a piede libero per vilipendio. Dopo la breve cerimonia funebre, nella chiesa del camposanto, Michele Iuliano è stato seppellito a due passi dalla cappella di famiglia tra lo strazio della moglie Luigia (Gina) Lembo e della figlia Giovanna. Secondo forti indiscrezioni, sembrerebbe che il parroco che ha officiato la messa funebre sia stato contestato dai parenti e dagli amici del defunto perché avrebbe usato parole poco consone all’occasione.
Ma la rabbia dei cittadini non si è placata neppure davanti alla morte: venerdì mattina si è appreso che la tomba del Capitano è stata vittima di atti vandalici. I custodi del camposanto hanno infatti scoperto e segnalato alle forze dell’ordine che i fiori deposti dai familiari erano stati bruciati. Inoltre, voci di corridoio sembrano dare credito al fatto che il luogo in cui riposa l’anziano defunto sia stato profanato anche con urine. Nonostante ci sia un sistema di videosorveglianza, non si può apprendere chi sia stato a commettere tale vile gesto perchè il sistema non è funzionante.
Possiamo comprendere la rabbia ma una buona parte della popolazione di Torre del Greco – avendo radici fortemente cattoliche – ha condannato aspramente tali gesti. Già si considera oltraggioso non lasciare in pace un morto, ma si prova ancora più sdegno nell’apprendere che gli incresciosi episodi ai danni della salma del Capitano e, di conseguenza, dei suoi familiari avvolti nel dolore, siano avvenuti in luoghi sacri: il cimitero. Ora Michele Iuliano si troverà – e chi è cattolico comprenderà il significato profondo – ad essere giudicato da Dio, così come lo saranno anche loro che hanno profanato una tomba ed in primis un luogo sacro. In molti dimenticano che non esiste solo una giustizia terrena. E’ necessario che ogni tanto tutti andassimo a rileggere "A’ Livella" di Antonio De Curtis.
Antonio Civitillo

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 16 maggio 2012