“Distorsione e abuso di posizione dominante che trova conferma – spiegano i vertici di Moby-Tirrenia – per la prima volta in modo diretto, attraverso l’ammissione pubblica del duplice ruolo nella società fornitrice di servizi di trasporto marittimo Grimaldi e nell’associazione, per appunto Alis, che teoricamente avrebbe come compito prioritario quello di aiutare i principali clienti del fornitore di servizi Grimaldi anche offrendo loro condizioni creditizie agevolate”.
Nell’annunciare la querela per diffamazione contro l’ex parlamentare sardo, Vincenzo Onorato (nella foto) aveva adombrato il sospetto di una sovrapposizione fra le iniziative ‘teleguidate’ di Pili e il ruolo svolto in queste iniziative da Guido Grimaldi, “ovviamente interessato commercialmente a infangare il gruppo Onorato e a spingere per una revoca della convenzione fra Stato e Tirrenia per i collegamenti con la Sardegna”.
Ma la guerra non si ferma solo ai due gruppi armatoriali, ma prosegue anche con due sigle, Unidos, il movimento per la libertà del popolo sardo; e il Movimento spontaneo Marittimi per il Futuro, associazione di Torre del Greco.
Sulla bacheca del movimento di Torre del Greco c’è l’annuncio di un incontro “per discutere il delicato momento che sta attraversando la Tirrenia”. “Troppe sono le ingiustizie – continua -, le male lingue che quotidianamente i lavoratori di questa gloriosa Società, devono subire da mascalzoni politici che si ergono paladini di un popolo, buttando fango e denunciando per una convenzione statale che la Tirrenia riceve dallo Stato e che dal dopoguerra in poi questa Società ha sempre svolto in modo impeccabile ed esemplare in un servizio di collegamento con la Sardegna e Sicilia”.
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E poi arriva l’attacco a Grimaldi e Pili: “Il glorioso e amatissimo popolo sardo ha avuto con Tirrenia sempre un rapporto di massima stima e rispetto. E se il Signor Pili cerca di destabilizzare tale rapporto, avendo il Signor Grimaldi alle spalle, si sbaglia di grosso”.
“Noi, per difendere il lavoratore marittimo italiano, siamo pronti a scendere in piazza in qualsiasi regione italiana, a far sentire la nostra rabbia”.
“Partecipate tutti poiché è importante avere un raffronto atto a determinare le eventuali proposte per rispondere in modo adeguato e risolutivo nei confronti di questo signore Pili”, tuona alla fine il comunicato a firma del presidente Vincenzo Accardo.
Tutto nasce dalla storica e annosa battaglia del leader di Unidos contro la convenzione tra stato e Tirrenia culminata con la raccolta di 55mila firme sulla piattaforma change.org per la petizione indirizzata al Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli “affinché venga revocata la concessione di 73milioni di contributo dello Stato per gli oneri di servizio in continuità territoriale. Tirrenia non paga le navi allo Stato – ha scritto Pili – e lucra sui sardi”.
Poi arriva anche la replica di Pili, che dalla sua pagina Facebook dichiara: “Leggo di questa sottospecie di associazione di Torre del Greco guidata da un comico dirigente al soldo di onorato che vorrebbe sistemarmi in modo “adeguato e risolutivo. Lascio correre le idiozie sul popolo sardo che ama la Tirrenia: solo dei cretini possono scrivere certe fesserie”, afferma Pili. “Ma non intendo in alcun modo consentire a questo cialtrone, a libro paga di Onorato, di rivolgere minacce esplicite come ‘risposte adeguate e risolutive’. Minacce di stampo delinquenziale che non mi intimidiscono”, ha detto Pili.
“Promuovere manifestazioni contro il sottoscritto a Torre del Greco non solo non mi intimidisce – continua il leader di Unidos – ma mi convince ancor di più ad andar avanti con maggior determinazione contro quella mangiatoia di Tirrenia e company. Sappia questo ciarlatano da quattro soldi, diventato pseudo dirigente fregandosene dei lavoratori, che non c’è niente di risolutivo che possa fermare la mia, la nostra, battaglia contro il carrozzone della Tirrenia. Le Questure di Cagliari e Napoli sono state informate sull’episodio”, conclude Pili.