I Di Maio riconoscono i titoli solo come prestito personale e non societario

E’ ormai nota a tutti i cittadini la vicenda dimaiolines, ancora nel mirino delle indagini della Procura di Torre Annunziata in merito ad un loro presunto crac. Gli investitori coinvolti sono circa 800, tra i quali 400 hanno deciso di intraprendere vie legali al fine di riottenere le somme investite mentre altri 400 hanno adottato una linea morbida aspettando e valutando l’evoluzione dei fatti.
E proprio i 400 coinvolti che hanno preso le vie legali, nelle settimane scorse, si sono visti recapitare una citazione (querela di falso) nella quale Carlo Di Maio, amministratore della società di Navigazione, sostiene che non debba essere la Diamiolines a dover pagare i titoli vantati dagli investitori.
Come detto in nostri precedenti articoli, i Di Maio riconoscono i titoli solo come prestito personale e non societario. Gli avvocati che accusano i Di Maio ed hanno istruito causa contro la Dimaiolines, invece, sostengono che a dover pagare sia la società di Navigazione.
Sulla vicenda querele ne sono state dette tante: secondo una nostra visione, la citazione/querela di falso è un atto puramente difensivo, chi viene accusato ha il diritto di difendersi, mentre coloro che la subiscono possono difendersi con una contro-querela.
Naturalmente, a quanti hanno ricevuto la citazione, una riflessione è doverosa: qualora non dovessero esserci i presupposti per fare una contro-querela, sarebbe opportuno chiedere spiegazioni agli avvocati, che stanno seguendo le vicende in difesa dei 400 investitori che dal primo giorno hanno avanzato pretese legali,di come sia stata istruita la causa.

Antonio Civitillo
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 25 gennaio 2012