Secondo appuntamento del processo sull’affare Bayres al tribunale di Torre Annunziata, domani alle 10, contro i fratelli De

lla Gatta che – secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza di Torre del Greco – avrebbero continuato a disporre di ingenti risorse (500mila euro), da utilizzare per la successiva acquisizione del 50% delle quote societarie di una società immobiliare operante nel salernitano, amministrata di fatto da Dante Di Francescantonio, di stanza nel veronese.  La società immobiliare che opera nel salernitano, la Bayres, era amministrata di fatto da Di Francescantonio, e i fratelli Della Gatta avrebbero per interposta persona disposto di beni mobili.  Cinque le società  intestate al prestanome di Somma Campagna (Verona): Bayres Sa 1, Bayres Sa 2, Bayres Sa 3, Bayres Sa 4, Bayres Sa 5.

 
Di seguito le dichiarazioni spontanee del prestanome veronese. “Tutto l’impianto accusatorio è molto scenografico, non sono un bancarottiere seriale. Accettare del denaro che mi assicurano sia pulito e proveniente non dai Della Gatta Pasquale ed Angelo, non credo rappresenti un problema. Io non sono colui che si nasconde dietro la faccia e le donne. Io ci metto la faccia come imprenditore. La speculazione immobiliare ha una caratteristica, si fonda sulla velocità ed io sugli immobili Bayres ci lavoro da 16 anni. I Della Gatta si sono presentati come formatari di una “cordata”. Io sono accusato di ricettazione post fallimentare per aver incassato 230.000 euro, ma non sapevo che erano soldi di fallimento. In questa situazione con le mie aziende paralizzate, è corretto che io sia ancora agli arresti domiciliari?”.