Primo piano
(a) Torre del Greco – La Campania, statisticamente, è una delle regioni col più alto tasso di abusivismo edilizio: spesso con la complicità degli amministratori locali, i cittadini hanno costruito nel totale disprezzo delle regole, con conseguenze gravi, in molti casi, anche per l’incolumità delle persone. E’ un dato di fatto, poi, che i manufatti abusivi, quand’anche non condonati, quasi mai sono stati abbattuti a causa della mancanza di fondi destinati alle opere di demolizione. Ultimamente, però, pare che qualcosa si stia muovendo: le Procure della Repubblica campane, infatti, hanno iniziato, sia pure tra mille difficoltà, a mettere in esecuzione varie sentenze di condanna per reati di abusivismo edilizio, laddove queste prevedono, come sanzione accessoria, la demolizione del manufatto abusivo. Questo è quello che, ad esempio, è successo ad Ischia, e che ha determinato una vera e propria rivolta popolare; questo è quello che potrebbe succedere, da qui a non molto, anche a Torre, città non certo aliena dal cemento abusivo, nella quale molti concittadini, che hanno riportato condanne per reati urbanistici, hanno contato sull’inerzia delle autorità competenti rispetto alle opere di demolizione. Ora, però, pare che i fondi, anche per Torre del Greco, ci siano. A meno che, dunque, non sia intervenuto un condono dopo il giudicato di condanna, il che, secondo una certa giurisprudenza, escluderebbe la demolizione delle opere abusive, molte di queste potrebbero essere abbattute.
Alessandro Gentile
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 3 febbraio 2010