Ecco il commento di un tifoso della Turris agli incidenti di Roma – Napoli

(i) Torre del Greco – Calcio e violenza. Un legame che ormai da tempo sta allontanando sempre più i veri tifosi da quello che viene considerato il gioco più bello del mondo. Già, un gioco: per un gioco rischi di trovarti coinvolto in una sassaiola, in una carica della polizia, in un treno dove qualcuno pensa a fare danni o aggredito in autogrill solo perché tifoso della squadra sbagliata. Il problema è tristemente tornato d’attualità con la ripresa del campionato: oltre all’accoltellamento di tifosi del Lecce aggrediti da facinorosi del Torino, è finita alla ribalta della stampa nazionale il comportamento dei tifosi del Napoli nella trasferta di Roma. Danneggiamenti ai treni che trasportavano i tifosi, problemi alle stazioni e danni ai bus intenti a trasferire i tremila tifosi napoletani dalla stazione allo stadio. Ma cosa pensano i veri tifosi di questi comportamenti? Ecco l’opinione di un tifoso della Turris, Giuseppe Ondato, webmaster del sito www.forzaturris.it diventato nel corso degli anni un punto di riferimento per tutti i tifosi corallini: "Alzi la mano chi non ha pensato alla vigilia di una gara del genere che non capitasse qualcosa. Le istituzioni dovevano evitare questa trasferta: la partita Roma-Napoli era una partita a rischio non da un giorno ad un altro, ma già da qualche anno, tanto che il ritorno di Coppa Italia tra Roma e Napoli due anni fa all’Olimpico si giocò a porte chiuse". Secondo Giuseppe, il problema della violenza degli stadi è da collegare ad un malessere presente nella società: "Purtroppo i tifosi non sono altro che lo specchio della società in cui viviamo. Basta leggere i dati diffusi dalle forze dell’ordine che parlano di ottocento dei tremila tifosi che avevano precedenti di vario genere". Un grave errore consentire la trasferta ai tifosi napoletani in una partita considerata come tra le più pericolose perché "è stata l’ occasione migliore per trovarsi davanti un miscuglio di scalmanati repressi di violenza e pronti a imporre il loro credo teppistico. Io sono sconcertato non dai danni di questa gente, che ripeto sono lo specchio della nostra società, ma da chi non ha fatto nulla ed anzi ha servito loro un’opportunità irripetibile di tornare a colpire".
Andrea Liguoro