Come accade ormai da qualche anno a questa parte, forse a causa dei cambiamenti climatici, con l’arrivo della stagione estiva arrivano anche intensi temporali di tipo tropicale, caratterizzati da ingenti precipitazioni e forti venti. Il nostro territorio, caratterizzato da forti pendenze, è particolarmente sensibile a questi eventi. Infatti, per la sua particolare orografica, le strade che collegano il Vesuvio e il fondovalle, in caso di pioggia si trasformano in canali di deflusso delle acque di dilavamento la cui portata aumenta man mano che si arriva a valle.
Tale fenomeno dovrebbe essere evitato dal sistema fognario delle strade che, mediante le caditoie, dovrebbe prelevare l’acqua dalla sede stradale per portarla direttamente a mare. È da precisare che la rete fognaria non è costruita per contenere qualsiasi portata di acqua possa provenire da un temporale, ma è calibrata tenendo conto dei valori storici registrati del luogo in esame, in base agli eventi statisticamente più frequenti. Per cui, in caso di eventi eccezionali tale rete risulta insufficiente alla raccolta di tutta la massa d’acqua che raggiunge il suolo. Oltre al fenomeno temporalesco eccezionale e non prevedibile, si aggiungono, a peggiorare la situazione, altri fattori che impediscono il contenimento, anche se parziale, di tali portate d’acqua. Infatti, girando per la città, si può notare che la gran parte delle caditoie sono ostruite da detriti di vario genere provenienti da monte causando una riduzione nel funzionamento della fognatura diminuendone la capacità drenante. Emblematico fu l’evento accaduto nella mattinata del 6 novembre 2011, quando un fiume d’acqua e fango proveniente dalla via Giovanni XXIII investì Villa Macrina e il parco Magnolia, provocando l’allagamento delle abitazione poste al piano terra fino ad una altezza dal pavimento di circa 50 cm (con conseguente richiesta dei danni al Comune).
Con la consapevolezza di quanto è successo in passato e viste le perturbazioni che stanno arrivando sulla nostra regione in questi giorni (è del 23 maggio la tromba d’aria che ha investito il parco Bassano), si chiede come sia possibile che chi di competenza non provveda alla pulizia dei tombini, per ridurre almeno il fenomeno di quella che viene comunemente detta “lava”, che in passato ha mietuto alcune vittime nel nostro territorio. Roberto Pedone

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 19 giugno 2013