La tornata elettorale di maggio sembra la più difficile, complicata e tormentata degli ultimi decenni
Delicata, probabilmente la più difficile e complicata degli ultimi decenni, la campagna elettorale che conduce al voto amministrativo del 6 e 7 maggio inizia a strisciare tra colpi bassi, polemiche al vetriolo e quel senso di sfiducia collettivo alimentato da mala politica e crack finanziari che hanno diffuso panico e scetticismo in città. Un connubio forte di fronte al quale gli elettori, prigionieri del voto clientelare, potrebbero non assicurare una risposta ‘matura’ al momento del voto, ma che allo stesso tempo mette con le spalle al muro politici ed amministratori locali. Tramontato il periodo delle ‘vacche grasse’, e con la crisi che inizia a mostrare il proprio volto anche in città, sapranno i nostri politici elaborare un piano di sviluppo per tutto il territorio ed assicurare una condotta ineccepibile nella gestione dei fondi pubblici?

PIU Europa: 22 milioni di euro (fondi europei) per una riqualificazione urbana che promette di stravolgere da cima a fondo l’intera città. Porto, centro storico e patrimonio artistico al centro del ‘piano integrato urbano’. Massima attenzione sulle progettualità e piena trasparenza sull’impiego dei fondi dovranno essere le parole d’ordine in questa lunga fase in cui Torre del Greco potrebbe definitivamente mettersi alle spalle il volto sfigurato degli ultimi anni. Il presidente del Comitato di Monitoraggio, Antonio Civitillo, a riguardo ha detto la sua: “Ho denunciato più volte la scarsa trasparenza dei responsabili del procedimento, invito alla cautela e alla chiarezza. Con rammarico sottolineo che si torna a parlare di PIU Europa quando si è vicini alle elezioni, perchè non averlo fatto prima?”.
Snellezza istituzionale e austerity: al periodo di trasformazione urbana si accompagnerà anche una riduzione dei seggi in assise comunale. Si passa da 30 a 24 consiglieri, una taglio sufficiente per assistere anche a cambiamenti di strategie di partiti e coalizioni: con 6 seggi in meno e la foltissima schiera di aspiranti consiglieri, il ‘bando di concorso’ per sedere a Palazzo Baronale si preannuncia più caldo che mai. Il rischio è che i soliti noti, forti delle proprie rete clientelari, facciano man bassa di consensi consolidando le proprie posizioni da ‘casta’ all’interno del Palazzo, riducendo spazi ed agibilità per chi vorrebbe confrontarsi su programmi e idee per il rilancio.
Colpi bassi: Un ring c’è già, e a sfidarsi sono Ciro Borriello e Aniello Formisano. Appalti sospetti e presenze ‘scomode’ in Giunta hanno incoraggiato il Senatore di Idv ad incalzare: dossier ed esposti in Procura, manifesti denuncia e la richiesta di una commissione di accesso sugli atti pubblici dell’ente. Borriello ha replicato con una querela contro i dirigenti locali di Idv. Solite scene da bassa politica. E pensare che cinque anni fa l’avventura di Borriello sindaco nasceva proprio dall’idillio con Formisano. Corsi e ricorsi storici di quel laboratorio politico nato morto e sepolto sotto vangate di veleno.
Nino Aromino
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 22 febbraio 2012