Ultimi ritocchi al piano aziendale prima dell’attuazione del decreto Zuccatelli, allerta massima sulle scelte della Regione e dell’Asl

Giornate di attesa per il piano definitivo col quale Regione e Asl metteranno mano all’intera rete sanitaria sul territorio vesuviano e in tutta la regione campana. Il Maresca di Torre del Greco, stando alla bozza datata 11 giugno dell’atto aziendale – un piano che, come già descritto, si caratterizza per la forte impronta austera e per i tagli di reparti e posti letto – dovrebbe definitivamente rientrare nella rete delle emergenza ed urgenza, conservando quattro postazioni di OBI (osservazione breve intensiva) e quindi la permanenza del Pronto Soccorso. Un passo in avanti notevole col quale la struttura di Via Montedoro si metterebbe al riparo da un rischioso declassamento a centro di primo soccorso medico, e quindi dalla clamorosa esclusione dall’ambito territoriale delle emergenze. Una prospettiva di ridimensionamento che nelle ultime ore aveva fatto tremare i polsi agli attivisti del comitato Pro Maresca, preoccupati dai primi segnali di attuazione del contestatissimo decreto Zuccatelli – che condannerebbe il Maresca alla lungodegenza e riabilitazione – e che ora invece riporta un cauto ottimismo alle falde del Vesuvio.Entrando nei dettagli degli ultimi atti ufficiosi dell’Asl Na3Sud, sia per il Maresca sia per il Sant’Anna di Boscotrecase (che assieme formano gli ‘Ospedali riuniti del golfo vesuviano’) sarebbero previsti 4 posti letto OBI nel reparto di medicina, un’attività per la quale dovrebbe essere propedeutica la presenza di un’unità operativa di pronto soccorso per emergenze ed urgenze. Il rafforzamento del pronto soccorso corallino, e dei reparti di medicina e chirurgia, potrebbe essere controbilanciato dal ridimensionamento del polo specialistico di Gastroenterologia a quattro postazioni – Livio Cipolletta, primario dell’eccellenza del nuovo padiglione di Via Montedoro, pare sia prossimo al trasferimento presso il Cardarelli di Napoli – e dalla perdita della ‘struttura semplice dipartimentale radiologia’, in procinto di passare al plesso boschese. In totale, il piano aziendale – sul quale dovranno esprimersi anche le parti sociali, prima di arrivare alla pubblicazione prevista per il 21 giugno – assegnerebbe al Maresca circa 130 posti letto, compresi quelli di lungodegenza e riabilitazione. La prudenza è chiaramente d’obbligo: lo sanno bene gli operatori sanitari da mesi in condizioni lavorative di estremo disagio nonostante le continue rassicurazioni dell’Asl Na3Sud guidata da Maurizio D’Amora – ma soprattutto i cittadini torresi e gli attivisti del comitato civico, da ben tre anni in mobilitazione contro il ridimensionamento del Maresca e le speculazioni politiche ed economiche attorno al comparto sanitario.
Chi, invece, per l’ennesima volta si è sentita tirare per la giacchetta è stata l’amministrazione comunale guidata da Gennaro Malinconico, disinformata e dalle sterili e fredde reazioni di fronte alle prime negative indicazioni contenute dal piano aziendale sanitario: se di fronte al dramma abbattimenti una delegazione guidata dal primo cittadino ha raggiunto Roma per fare pressione sulla politica nazionale e tutelare il diritto all’abitazione, la risposta dell’esecutivo locale per garantire il diritto alla salute pare dovrebbe concretizzarsi nell’ennesima conferenza a Palazzo Baronale tra sindaci del comprensorio e gli esponenti delle forze politiche sul territorio. Altro giro, altra corsa.
Nino Aromino

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 19 giugno 2013